LOGLINE
"Prima dei cinquant’anni non davo importanza al paesaggio, ora lui parla attraverso di me, ed io attraverso di lui".
SINOSSI
Allo stesso modo di un pittore cinese dell'età classica, Mario Surbone dipinge il paesaggio che lo circonda per svelare l'attività creatrice dell'universo. Il film lo accompagna nella lavorazione della sua ultima opera e, nello stesso tempo, osserva la metamorfosi di una vigna che cambia sotto l'immobile sguardo di un cipresso.
NOTE DI REGIA
L’idea del film è nata dopo una mostra di Mario Surbone intitolata “Le mie colline” e si è fatta strada piano piano nei miei pensieri fino a quando una sera d’estate, vedendo emergere le linee ed i colori delle colline e dei campi intrecciati contro il cielo, mi si è manifestato chiaramente il processo di interiorizzazione e trasfigurazione con cui Mario Surbone cerca di esprimere il suo rapporto con il paesaggio. Tutto il lavoro di Mario mi è in qualche modo sembrato connesso con l’arte e la filosofia cinese che tenta di svelare attraverso il paesaggio l’attività creatrice dell’universo e la grande metamorfosi delle forme che compongono la realtà. Ho così costruito il film sulle riflessioni del pittore-filosofo Shitao cercando di associare la vita di un’opera a quella di una collina.