Il mercato delle Newslot ha modificato in un percorso senza ritorno l'approccio al gioco d'azzardo: dal Casinò al bar sotto casa. Le conseguenze non si sono fatte attendere, solo nell'ultimo anno i ricoverati in strutture di recupero sono migliaia. Tutti rientrano sotto una semplice sigla: Gap, sindrome da gioco d’azzardo patologico.
Un fenomeno che non coinvolge soltanto i giocatori, ma tutte le relazioni sociali ad essi collegate: mogli, mariti, figli, parenti e amici. Un incubo, uno squallido reality che crea povertà e intacca profondamente le abitudini sociali. Le responsabilità sono molte. Dallo Stato che per incrementare le entrate ha legalizzato le Newslot e ne ha favorito la diffusione, ai proprietari dei bar e dei locali dedicati, che spesso fingono di non sapere e spingono i clienti verso il fallimento.
Questo ingranaggio che di anno in anno sta distruggendo vite e attività diventa difficilissimo da fermare. Ora il gioco lo si trova a portata di mano sotto casa, al bar, in tabaccheria, in edicola, e a portata di click, dentro casa, grazie alla legalizzazione del gioco on-line.
Le vincite sono immediate. La possibilità di perdere grosse somme di denaro in pochissimo tempo pure.
Oltre alla modalità di gioco a cambiare è la tipologia del giocatore, l'azzardo si è diffuso in maniera orizzontale abbracciando nuove fasce di fruitori: dai giovanissimi (nonostante il divieto a 18 anni) agli anziani, dalle casalinghe ai padri di famiglia.
Nessuno può interdire, né vietare l’accesso a chi vuole giocare alle Newslot. L'effetto di questa diffusione smodata di apparecchi, contemporanea alla nascita di una fitta rete di veri e propri mini-casinò in franchising, ha intaccato profondamente il tessuto socio-culturale italiano erodendo, giorno per giorno, patrimonio e rapporti umani.
Che costi sociali ha una legalizzazione indiscriminata del gioco d'azzardo?
Come e dove l'esigenza dello Stato di fare cassa si tramuta in un boomerang che colpisce in modo arbitrario qualunque cittadino?
Che futuro può avere una Nazione di giocatori incalliti?

L'interesse per il gioco d'azzardo, e le sue complicazioni socio-economiche, si è materializzato in un'immagine una mattina di alcuni anni fa, quando in un bar abbiamo osservato un uomo che, nella mezz'ora in cui siamo stati seduti al nostro tavolino, aveva bruciato una quantità considerevole di soldi nella Newslot davanti alla quale si era pietrificato per tutto il tempo dal suo ingresso nel locale.
Con un primo lavoro di ricerca abbiamo scoperto un mondo tanto visibile quanto nascosto: la liberalizzazione delle “macchinette” a metà degli Novanta aveva sviluppato dei fenomeni assolutamente inediti nel panorama sociologico italiano. I bar da luoghi sociali stavano diventando dei piccoli casinò, con una parte della clientela che, completamente alienata da ciò che gli stava intorno, non partecipava alla vita collettiva ma dedicava tutto il tempo libero, e non solo, alla Newslot installata nel locale.
Il passaggio successivo è stato quello di incontrare Mauro Croce, uno dei massimi esperti sulla dipendenza legata al gioco, che in Italia è considerata malattia solo dal 2013.
Mauro ci ha aperto ulteriormente la prospettiva e ci ha seguito lungo tutto il percorso intrapreso, condividendo con noi dati e contatti.
In questi anni di lavoro abbiamo costruito una rete che ci ha permesso di leggere il fenomeno aldilà degli episodi più eclatanti arrivati alla ribalta mediatica per concentrarci sul rapporto fra gioco e vita quotidiana: ed è proprio li che si nasconde il vero cuore del problema e molto probabilmente la sua soluzione. Solo un'azione consapevole, sia individuale che collettiva, di prevenzione e di attenzione può sinceramente azzerare la pressione che il mercato del gioco sta compiendo ai danni di tantissime persone e più in generale alla qualità della vita di tutta la popolazione italiana.

Vieri Brini & Emanuele Policante

Regia
Vieri Brini, Emanuele Policante
Soggetto
Vieri Brini, Emanuele Policante
Sceneggiatura
Vieri Brini, Emanuele Policante
Fotografia
Damiano Andreotti, Alessandro Zorio
Montaggio
Alessandro Zorio
Musica originale
Plus (Minus&Plus)
Suono
Plus (Minus&Plus)
Operatore
Damiano Andreotti, Alessandro Zorio
Altri credits
Alessandro Zorio (Editing e postproduzione). Mauro Croce (Responsabile scientifico). Giulia Gaiato (Ufficio stampa).
Interpreti
Maurizio Fiasco, Mauro Croce, Diego Rizzuto, Paolo Canova, E., Annamaria Quinterno, Luca Boschiroli, Marco Martino, Loretta Napoleoni, Carlotta Zavattiero.
Produzione esecutiva
Gino Abrigo per Associazione Laboratorio della Fabula
Produttore
Vieri Brini, Emanuele Policante
Produzione
chiens de velours prod., Ass. Laboratorio della Fabula
con il sostegno del Piemonte Doc Film Fund - Fondo regionale per il documentario (Film Commission Torino Piemonte / Regione Piemonte - sviluppo aprile 2010)
Contatti
chiens de velours prod.
Ultimo aggiornamento: 09 Luglio 2014