Il figlio, Marco a rincorrere una passione. Il padre, Carlo a credere che non esistano le passioni. ma solo i sacrifici. Universi dissonanti che entrano in conflitto dopo una partita del campionato di serie A che Marco risolve all’ultimo secondo, da vero fuoriclasse. Profeta del calcio moderno, intenso e crudele, il padre decide di fare del figlio un campione.
Comincia così un viaggio agli inferi, nel quale sudore e fatica rubano l’anima. la gioia di vivere e di giocare. Dove gli allenamenti macinano gli affetti. Stanco dello stress, intimorito dalle aspettative del mister. Marco decide di alleviare la stanchezza con qualche sostanza dopante. È l’inizio della fine: di una carriera, di un rapporto. Per entrambi. Il ragazzo si distrugge una gamba e deve appendere le scarpe al chiodo. Carlo viene esonerato e. dopo che anche la moglie lo ha lasciato, si ritrova senza una squadra e senza una famiglia. Ricominciare non è semplice. E forse non c’è nemmeno la voglia di riprovare. §
Eppure, con l’aiuto di un presidente di una piccola squadra, Achille Manni e con la scoperta che vincere non è l’unico obiettivo della vita, qualcosa si può ancora sperare. Magari all’ultimo minuto. Prima che il destino fischi per sempre la fine della partita.
«La fatica più grande nel girare ‘L’ultimo rigore’ è stata quella di tenere a freno gli slanci agonistici di attori e comparse che sul campo non volevano mai smettere di giocare a calcio, nemmeno nelle pause tra un ciak e l’altro» (Sergio Martino)