Giovane tra 25 e i 30 anni, regista, vive con una ragazza. Intellettuale che rappresenta pienamente, con la sua interiorità, il connubio determinazione/paura, l'unico suo scopo è quello di lasciare un segno tangibile del suo passaggio sulla terra realizzando un lungometraggio, lo sfogo quotidiano l'incontro con due amici sceneggiatori in un bar, ambiente fumoso ed adatto a pontificare. Più che d'incontri si tratta di discussioni, più monologhi che veri dibattiti, che , come al solito, non conducono a nulla di tangibile, ma servono al protagonista per restare ancorato alla realtà. Realtà ben rappresentata dal suo alter ego, un regista già avanti con gli anni, quindi perfettamente a conoscenza di determinati meccanismi e pronto ad offrirsi come mentore. A fare da contorno, la città, tra l'onirico e lo spettrale, che urla tutto il suo materialismo al regista sordo al suo richiamo. La controindicazione sta nel fatto che di mestiere si tratta e di industria, quindi serve il capitale per avere voce in capitolo. Quindi, di rigore è il passaggio dal produttore, figura mitica ancorata a leggi di mercato, a contraddizioni interne, a visioni personali. Ma Brecht sosteneva “cos'è rapinare una banca al confronto di fondare una banca?”, buon aforisma che spinge il regista a realizzare soldi facili ed esentasse (rapinare una banca per prodursi il film). Ora bisogna distribuire il film e il distributore non è figura poi dissimile da quella del produttore. Quindi il quesito finale è: conviene combattere per i propri ideali o seguire la lastricata via del denaro facile? Lui la risposta la conosce.

«I temi de "La rabbia" sono la sofferenza e la voglia di riscatto. Il giovane regista, protagonista del film, rappresenta una generazione di idealisti che conosce bene la società del denaro, ne assorbe le dinamiche ma cerca di distaccarsene per mantenere l’individualità. Ẻ uno scontro cruento, quello con la realtà, uno scontro che crea la nuova figura dell’artista, un artista moderno, che non ha più solo la preoccupazione della genesi creativa, ma che viene proiettato nell’aspetto commerciale del cinema. Un aspetto commerciale che il regista può non apprezzare ma dal quale non si può distaccare se vuole portare a termine la sua opera. Il compromesso può suscitare sofferenza, rabbia. Si analizzerà il concetto di rabbia, come forma di disillusione, di reazione agli eventi, come autodistruzione. Il regista deve imparare a comprenderla, a vincerla, a canalizzarla verso la costruzione più che verso la distruzione. Il film vuole essere omaggio alla magia del cinema, all’illusione che la proiezione crea, ma tuttavia percorre anche una tematica realista, la difficoltà di portare a termine un processo creativo senza l’aiuto di grandi budget. Esperienza che rispecchia appieno quella del regista Louis Nero senza tuttavia essere un lavoro autobiografico. Il tema de “La Rabbia” nasce quindi da un percorso personale, dal desiderio di comunicare a più pubblico possibile, dalla voglia di raccontare l’ideale estetico, la lotta con i problemi economici, le relazioni personali»
(Louis Nero)

Soggetto
Sceneggiatura
Louis Nero, Timothy Keller
Fotografia
Vincenzo Fiorito, Yukai Ebisuno
Montaggio
Scenografia
Costumi
Elena Valenti
Musica originale
Theo Teardo, Luis Bacalov
Suono
Edoardo Pezzuto (fonico di presa diretta, editing presa diretta)
Operatore
Antonio Bedetti (operatore Cammate)
Effetti speciali
Truccatori e parrucchieri
Vanessa Ferrauto (capo trucco). Federica Gerbaldo
Altri credits

Giulia Paschetta (assistente ai costumi); Alvise Pasquali (Assistente alla fotografia/capo elettricista). Movie DOG (presente con il barbone grande mole Boris, con la star Adso, pastore bergamasco e con il terronava Michael).

Interpreti

Franco Nero (Il Mentore), Nico Rogner (Il Regista), Gregorio Napoli (Il Distributore), Barbara Enrichi (Segretaria del Distributore), Tinto Brass (Primo Produttore), Antonella Salvucci (Segretaria del Primo Produttore), Lucia Luciano (Fidanzata del Regista), Jun Ichikawa (La Ragazza Cics), Sax Nicosia (Il Regista Pubblicitario), Faye Dunaway (Madre del Regista), Philippe Leroy (Nonno), Lou Castel (Spazzino), Arnoldo Foa' (Attore), Giorgio Albertazzi (Produttore Commerciale), Corso Salani (Primo Sceneggiatore), Giampiero Lisarelli (Secondo Sceneggiatore), Hal Yamanouchi (Personaggio Orientale), Asia Cibelli (Lucilla)

Produttore
Louis Nero e Franco Nero
Produzione
L'Altrofilm (Torino)
con il sostegno della Film Commission Torino Piemonte
Distribuzione
Operatore steadycam
Cristian Li Gregni
Assistente scenografo
Assistente di produzione
Federica De Luca
Vendite internazionali
Wide Management
Ultimo aggiornamento: 17 Luglio 2023