Il tempo delle Crociate appartiene al passato, la Terra Santa è ormai perduta e, con la scomparsa dei Templari, la difesa dei pellegrini non è più possibile. Inoltre, aspetto ancora più preoccupante, la religione protestante sta incalzando e minaccia di sottrarre alla Cristianità l’immaginario e il patrimonio simbolico della Terra Santa. E’ in questa situazione storica che il francescano Bernardino Caimi nel 1486 ebbe l’idea assolutamente straordinaria di ricostruire una Gerusalemme nelle Alpi e di “fare programma” – molto tempo prima di Thomas Cook o Disneyland. Per oltre tre secoli si lavorò a questo progetto topomimetico del mondo cattolico. Dopodichè è subentrato un lungo periodo di oblio. Da quando nel 2003 i Sacri Monti sono stati eletti Patrimonio dell’Umanità comincia anche la loro elaborazione e oggi è indubbio che nello spazio alpino si possono fare delle scoperte che fanno dei Sacri Monti la testimonianza più straordinaria della cultura cristiana occidentale.
Non sono solo le storie affascinanti dei monti, ma sono innanzi tutto i soggetti scenici che a volte in modo iper-realistico trasferiscono le storie e immagini dalla Terra Santa nel mondo alpino e anticipano, nel loro modo strano, il cinema o l’opera. Non è affatto esagerato dire che i Sacri Monti rendono possibile uno sguardo cinematografico nel medioevo.
Il film si propone di ritrovare quel patrimonio immaginativo che è andato disperso e che appartiene a un pubblico europeo. Il film vuole presentare ad una platea più ampia il fascino dei Sacri Monti che erano stati dimenticati dagli stessi studiosi e che rappresentano un segmento fondamentale della storia identitaria europea.