La vita delle giovani migranti, Stella, Mary, Augusta, Irene, Sonia; Vivien e Collette la mediatrice culturale, viste a Tampep di Torino; in sottofondo la città che risente della crisi dell'industria. Tampep è un'organizzazione che promuove azioni politiche basate sul rispetto dei diritti delle persone immigrate, anche prostitute, in un panorama internazionale. Come stanno queste donne in un paese come l'Italia di cui stentano a parlare la lingua e la cui cultura è loro del tutto estranea? Persino il cibo non lo condividono, non amano la pasta, non l’insalata… Quali i loro problemi oggi che gli Italiani stessi soffrono di difficoltà?
Dalle parole che vogliono – possono pronunciare, le giovani paiono senza passato, senza sogni, di certo li avevano, li hanno, ma non possono, non hanno il diritto di parlarne.
Basta dirle sradicate? E chi sa di loro? E chi è disposto ad aiutarle?
Perché un film mio, proprio sulle vittime di tratta? Posso dire che viene dalla mia fame di realtà, attraverso fatti e persone rigorosamente reali. E dalla volontà di testimoniare circa questo nostro tempo così difficile, in questa Italia così degradata, spersa dietro tante sollecitazioni che portano solo verso l'imprigionamento ulteriore di anime e menti. Un film che nasce dal desiderio di testimoniare contro le ingiustizie del nostro presente e porgere la mano. Riuscirò davvero a fare un film che aiuti qualcuno? Che serva a qualcosa senza perdere la sua autonomia di opera "artistica"?