Questa è la storia di Angiolino, partigiano di quasi vent'anni che il 22 giugno 1944 viene preso dai nazifascisti in Val Susa e incarcerato a Torino. Dopodiché scompare e di lui non si sa più nulla. Fino al giorno prima conduceva i suoi compagni nelle missioni attraverso la valle e sporadicamente riusciva a salutare i suoi familiari e a far avere proprie notizie poi, di punto in bianco, se ne perdono le tracce. I tentativi dei genitori, dei fratelli e soprattutto della sorella di ritrovarlo vengono depistati e vanificati. 

Questa è anche la storia di una famiglia che non si arrende, di un'amnesia e di un paio di scarpe. I resti di Angiolino vengono riconosciuti in Val Pellice solo due anni dopo grazie a una serie di coincidenze che l'autore segue scrupolosamente, tracciando un percorso che permette di raccontare la straordinaria esistenza di questo giovane. Federico Jahier, che del massacro di cinque partigiani aveva sentito raccontare dal padre e dal nonno che ne erano stati testimoni, si è messo alla ricerca dei fatti che hanno portato al riconoscimento del corpo di Angiolino Primela Miero. Di contatto in contatto, è riuscito a ricostruire e a narrarne la storia grazie alle parole delle persone che hanno avuto un ruolo in quella vicenda. 

Attraverso le vicissitudini di questo giovane resistente e della sua famiglia, si ripercorrono così le tappe fondamenti della Guerra Partigiana, dall'8 settembre '43 alla Liberazione, fino al dopoguerra.

Il romanzo ha uno stile di scrittura cinematografico. L'andamento della storia e l'argomento sono coinvolgenti sia per un pubblico di persone interessate ai fatti storici narrati, sia per chi conosce le valli in cui sono ambientati, sia per un pubblico giovane, che può immedesimarsi nel giovane protagonista, ma anche nella sorella, personaggio femminile di grande spessore. 

L'ambientazione di gran parte del romanzo nelle valli piemontesi permette di ripercorrere i passi del giovane protagonista e attraverso luoghi che non hanno subito mutazioni sostanziali, rispetto al periodo storico del personaggio, permettendo così   di mantenere - abbastanza agilmente - una genuina fedeltà, rispetto all'atmosfera che pervade tutta la narrazione.

Ambientazione - Tempo e luogo

Il romanzo è ambientato tra le valli piemontesi e la città di Torino. 
In Val di Susa le scene si svolgono sui monti sopra Foresto di Bussoleno, presso la Centrale di Coldimosso e la Cascina "amica" di Mattie, Avigliana, il Cimitero di Foresto. 
A Torino, l'Albergo Nazionale (oggi piazza CLN), il Carcere le Nuove dentro (reclusione) e fuori (attese e tentativi di comunicare della sorella davanti alla famigerata "portina" del carcere). 
In Val Pellice, la Caserma di Torre Pellice (ultima notte), Piazza di Villar Pellice (esecuzione e impiccagione), Cimitero di Villar Pellice. 

È poi presente una breve escursione a Fossoli, presso il campo di concentramento e smistamento nei lager, da parte della sorella, per cercare Angiolino durante la sua prigionia.
Il romanzo narra fatti realmente accaduti durante la Resistenza e il periodo postbellico (dall'8 settembre 1943 all'aprile 1946).
I fatti della guerra vengono scanditi col procedere della storia. In particolare la storia di Angiolino percorre le tappe fondamentali della sua scomparsa e del ritrovamento dei suoi resti.

Biografia

Federico Jahier, torinese, classe 1962, funzionario, già videomaker e animatore teatrale, ha pubblicato il noir Pensa sotterraneo, Spoon River, 2009; la graphic novel Novel, Eris Edizioni, 2014, a cura di Federico Jahier e Daniele Gay; i romanzi storici La guerra nelle valli valdesi, Claudiana, 2015; Sangue freddo, Claudiana, 2017; Le scarpe di Angiolino, Graphot Editrice, 2022. Ha scritto inoltre il racconto Abisso (vincitore del Premio Plesio 2014), vari racconti nelle raccolte Natale a Torino, Neos, 2012-21 e vari articoli divulgativi.

Ultimo aggiornamento: 08 Maggio 2023