A Berlino, nel 1900, inizia - da una passeggiata sull'Unter den Linden - la storia d'amore tra il tenente Franz e la pasticciera Annabella. Anni dopo, Franz si vota alla carriera militare e lascia Annabella e Berlino. Muore nella Grande Guerra, ma Annabella non viene a saperlo e lo aspetta, invano, per tutta la vita.
Prima di morire Franz ha lasciato al commilitone Peter von Grüdigen lo scarabeo di quarzo blu, di origine egizia, che aveva donato ad Annabella e che lei gli aveva restituito al momento dell'addio, affinché lo riporti alla donna. Peter cerca inutilmente Annabella nella Berlino del dopoguerra e poi del nazismo, diviene amante di una diva cinematografica dell'UFA e di una ragazza di umili origini, Ewa, ma muore in solitudine nella Berlino distrutta del 1945. Non sa di avere avuto da Ewa una figlia, Monika, che cresce nella Berlino comunista e che avrà a sua volta una figlia che sogna l'amore e l'Occidente.
Lo scarabeo passa di mano in mano, di amore in amore, e nessuno sa che risale ai tempi della regina egizia Nefertiti (moglie bellissima e infelice del faraone eretico Akhenaton) e che racchiude - come il celebre busto conservato a Berlino - alcuni frammenti del suo cervello. Il visir Ay, innamorato di lei, era convinto che un giorno lo scarabeo l'avrebbe riportata in vita, ma forse la vita non ha bisogno di questi trucchi per riprodursi e propagarsi; forse l'antica regina può rivivere, ignara, in una semplice pasticciera o in una ragazza di Berlino Est.
Il romanzo attraversa 3500 anni di Storia e di storie, ma si concentra su pochi momenti-chiave, su pochi personaggi, e si mantiene dall'inizio alla fine a metà strada tra reale e soprannaturale, con un'ambiguità che il cinema può rendere meglio di ogni altra forma d'arte. Non vi sono fatti strettamente e chiaramente soprannaturali, che richiedano trucchi o effetti speciali, ma lo scioglimento finale della trama può essere interpretato sia in chiave fantastica che in chiave realistica.
Si tratta, fondamentalmente, di una lunga storia d'amore che si sviluppa di personaggio in personaggio, sempre uguale e sempre diversa, ma le parti ambientate nell'antico Egitto non hanno alcun rapporto diretto evidente con quelle ambientate nella Berlino del Novecento, ad eccezione del suo Museo Egizio (che è uno dei luoghi-chiave delle vicende).
Si susseguono e si intrecciano avventure di ogni genere, anche se la più grande resta - per tutti i personaggi - l'amore, quello che c'è e quello che non c'è, quello che si sogna e quello che si vive. Si potrebbe dire, come qualcuno ha detto, che si tratta di una trama alla Spielberg (dei Predatori dell'Arca perduta e dintorni) raccontata come avrebbero potuto o potrebbero fare Max Ophuls o Christopher Nolan o Claude Lelouch o il Wim Wenders di Il cielo sopra Berlino.