Torino, autunno 1980. Un romanzo sui 35 giorni della città di Torino e sulla marcia dei quarantamila colletti bianchi contro i picchettaggi delle tute blu. Dalla radio arrivano le parole perfette di Impressioni di settembre della PFM.
La temperatura è ancora dolce e Josif è appena tornato dal mare. È iscritto a Filosofia, gli manca ancora qualche esame ma intanto, per mantenersi, fa l’operaio a Mirafiori. Anche suo padre lavora alle presse, da tutta una vita. Il ritorno in fabbrica non è stato dei migliori. Nelle officine girano voci su licenziamenti di massa, si parla di 13.000 lavoratori. L’aria si sta facendo pesante, il sindacato aspetta che la FIAT accetti la richiesta di cassa integrazione. Inizia lo sciopero a oltranza degli operai: per 35 giorni presidiano i cancelli della fabbrica intonando canti, condividendo i pasti, discutendo appassionatamente tra compagni e con i passanti. Hanno paura, ma anche fiducia di potercela fare. I quadri però non ci stanno.
Il signor Luigi, interpretando il sentimento dei funzionari e degli impiegati della Fiat, riesce a catalizzare il sentimento di chi vuole tornare al lavoro a tutti i costi. Sarà lui a organizzare una manifestazione senza precedenti: una fiumana di colletti bianchi attraverserà la città mettendo fine a quei 35 giorni di lotta e cambiando per sempre il volto del movimento operaio e il ruolo del sindacato nel Paese.
Il romanzo racconta uno spaccato di storia recente, che ha cambiato per sempre il destino di una città industriale come Torino e al contempo di tutta l'Italia: la Fiat, il movimento operaio reduce dagli anni '70, la resa del sindacato di fronte all'intesa tra il governo e la parte padronale.
In questa storia si alternano tutti i protagonisti di quel momento storico fondamentale: la famiglia Agnelli, Cesare Romiti che adotta la linea dura, Enrico Berlinguer in visita alla porta 5 di Mirafiori, Lama, Carniti e Benvenuto, dirigenti sindacali in cerca di un equilibrio impossibile e Luigi Arisio, il funzionario, genuinamente aziendalista, che riesce in un'impresa inimmaginabile.
I personaggi di fantasia, Josif e Cristina, sono sulla pagina talmente veri che sembrano far parte anch'essi della vera storia: due ragazzi che stanno facendo progetti per loro vita da adulti, ma che, all'improvviso vengono derubati del loro futuro, costretti ad andarsene.
La storia è rivolta a tutti: non solo a coloro che hanno vissuto l'ottobre del 1980. L'ambientazione è fortemente torinese: gli Agnelli e gli operai, la Juventus e il Toro, i muri grigi e i cancelli di Mirafiori. Eppure c'è un filo costante con Roma, dove si svolge la trattativa, dove si fanno i giochi e si decidono i destini.
Non esiste niente di simile nel panorama narrativo italiano: nessun romanzo ha affrontato questa vicenda, che sembra sembra quasi esigere il racconto cinematografico.
Ogni capitolo ha il titolo di una canzone di quegli anni fortemente connessa alla storia: un'ideale colonna sonora già pronta.