Chi, dopo una lunga e intensa vita di lavoro, non vorrebbe abbandonare il trambusto cittadino e godersi una pensione all’insegna della pace? È esattamente il progetto della protagonista di questa storia, notaio, che un giorno decide di acquistare a scatola chiusa un attico in un condominio con vista mare.
Quello che non immagina è che ben presto si troverà a fare i conti con l’infido vicino del piano terra, l’unico che risiede nel condominio “Il Fenicottero” per tutto l’anno.
Il suo nome è Bondi, Gianni Bondi. Con la scusa di fare piccoli favori e sobbarcarsi tutti gli oneri burocratici, negli anni il Bondi ha costruito un sistema di fiducia, riverenza e controllo, fino ad asservire l'intero condominio e a considerlarlo come cosa propria. Possiede una copia delle chiavi di tutti gli appartamenti, smista e censura la corrispondenza, fa incetta di deleghe assembleari e anche l’amministratore è un burattino nelle sue mani. Presso “Il Fenicottero” vige un regime di soprusi e sotterfugi di cui tutti sono consapevoli, ma che nessuno contesta.
Inizia così la lotta disperata della protagonista contro l’ingiustizia, le vendette e gli abusi giuridici del Bondi. Tra episodi tragicomici di vita condominiale e assalti in punta di diritto, l’autrice riflette su come in una comunità libera, governata da leggi giuste, possa comunque insinuarsi il germe della dittatura.
Una storia principalmente di interni.
Dall’esempio della trasposizione di “High Rise” di J.G. Ballard, fino al surreale “La Comunidad” di Álex de la Iglesia, abbiamo visto quanto possa essere efficace la metafora del condominio, dove i suoi abitanti si confrontano e scontrano in quella che può essere considerata a tutti gli effetti una società in scala ridotta.
I protagonisti sono due over 65, che ben rappresentano il tessuto anagrafico italiano. Da un lato c’è una donna forte e determinata, dall’altra un uomo che vive di piccoli soprusi e prevaricazioni. Il target dell’opera, però, si allarga: tocca un tema universale come quello della “dittatura di tutti i giorni”, dal quale ognuno di noi può sentirsi in qualche modo colpito. Mantenersi vigili, attraverso una metafora dell'abuso di potere, dove il condominio non è altro che la nostra stessa società, è il monito suggerito da questa storia.
Un progetto che punta su humour graffiante unito a piccoli drammi di vita quotidiana, nel solco della commedia italiana, con spunti di riflessioni sociali e brevi incursioni nel surreale che può funzionare sia come lungometraggio, sia come serie tv, perché la struttura condominiale stessa, gli episodi narrativi e la molteplicità di storie che si possono intrecciare fra i condomini della palazzina, ben si prestano a una trasposizione seriale.