Salvatore Vivacqua - Totò per gli amici – sa bene che dove c’è un delitto c’è sempre una traccia, “una mollica”, che il colpevole si è lasciato dietro. Ma quando viene chiamato d’urgenza nella chiesa della Santissima Trinità, capisce subito che questa indagine gli darà del filo da torcere. Vicino al confessionale è stato rinvenuto il corpo martoriato di don Riccardo. Chi può aver massacrato con tanta ferocia un uomo anziano, che a detta di tutti viveva solo per aiutare gli altri? Davvero si è trattato del gesto di un folle come sostiene monsignor Acutis? Dopo una serie di interrogatori Vivacqua intuisce che quel delitto è solo il tassello di un mosaico molto più oscuro e complesso. Non a caso nelle stesse ore, il suo vice Sergio Santandrea, è alle prese con un secondo omicidio: una ricca musicista morta per soffocamento durante un gioco erotico finito male, o almeno così sembra. Due delitti a breve distanza negli ambienti più insospettabili della Torino bene. Per Vivacqua e la sua Squadra sarà una settimana di fuoco prima di scoprire che i due casi apparentemente distanti tra loro hanno un unico denominatore: il denaro. 

Lo stile e le sequenze impiegate nel testo privilegiano il ritmo e il mantenimento della tensione. Per scelta il romanzo concede poco spazio alle divagazioni, a lunghi flussi di pensiero. La parte investigativa (il giallo) tiene quasi totalmente la scena. Le situazioni di “riposo” sono legate quasi esclusivamente all’ambiente familiare del protagonista (il commissario Salvatore Vivacqua). L’effetto finale è molto simile a una sceneggiatura. Si è facilitata l’immedesimazione tra storia/trama e lettore mediante una spiccata visualizzazione delle situazioni. 

I punti di forza sono: personaggi, trama, dialoghi, ambiente. 

Ambientazione - Tempo e luogo

Interni: gli ambienti utilizzati con maggior frequenza sono l’abitazione del commissario (l’attico in piazza Santa Rita di fronte alla chiesa) e la Questura (Corso Vinzaglio). Alcune scene impiegano le stanze dell’Ospedale Le Molinette. 
Esterni: tutta la vicenda si svolge a Torino, pertanto la scelta specifica degli scorci cittadini è un fatto di preferenze del regista. Nel romanzo sono citati Piazza Filiberto, il Quadrilatero, Via Cernaia e molti altri luoghi che vengono attraversati durante le indagini.  

Villa Capitano è nella zona delle ville del quartiere Crocetta (dintorni di Corso Montevecchio). Alcune scene (i flashback) interessano il Salento, più specificamente le “Torri” sul mare e Porto Badisco.

L’ambientazione temporale è la Torino dei nostri giorni. Alcuni flashback (localizzati nel Salento) portano indietro l’orologio di trent’anni. 

Biografia

Fausto De Filippis è nato a Torino nel 1957, ex manager e titolare di una società di consulenza Marketing e Comunicazione, vive e lavora a Chieri, sulle colline torinesi. Scrittore e editor.
Con il personaggio del commissario Salvatore Vivacqua ha esordito nel 2015 con il giallo: Le molliche del commissario, Giunti Editore, finalista al Premio Garfagnana in giallo e vincitore del Premio Internazionale Europa Fenice.
Piero Dorfles nel suo programma “Per Un Pugno di Libri” lo ha paragonato, per fascino e originalità, al commissario Maigret di Georges Simenon. 
Con lo stesso protagonista ha publicato Il Paradosso di Napoleone, Mondadori, 2017, recentemente edito anche in Spagna, vincitore del premio della critica al Premio Letterario Città di Cattolica e Uccidete il camaleonte, Mondadori, 2018. 
Nel 2019 ha dato vita al personaggio di Zac Argenti con il romanzo Il dono, DeaPlaneta. 

Tutti i suoi romanzi sono ambientati a Torino

Premi

Premio Internazionale Europa Fenice.

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Ultimo aggiornamento: 21 Aprile 2023