L’autrice racconta nella forma di un romanzo la vicenda di Agnesa, una giovane contadina amante del ballo e della musica, del suo amore per Luigi, suonatore errante di musa. L’Agnesa vive nel 1500 a Stazzano, nel Vescovado, feudo del Vescovo di Tortona negli anni in cui è in atto una “caccia alle streghe”, collegata a un’ipotetica schola di stregoneria diffusa nelle Valli. L’esuberanza della giovane e il suo danzare libera la pongono sotto l’occhio dell’Inquisizione che la processerà, insieme a due amiche, mandandola poi al rogo.
Si tratta di una storia d’amore e della ricerca di una libertà che i tempi non consentivano: è la storia di Agnesa ”che zanzava in chiesa” (che ballava in chiesa).
La base storica dalla quale attinge l’autrice è riferita a una documentazione relativa al rogo che si tenne tra Stazzano e Serravalle Scrivia nel 1522 e che ebbe protagoniste tre donne: Agnesa, Melina e Maria. La vicenda - inoltre - è collegata anche ad un affresco, un raro trionfo della morte, presente nella Chiesa dell’Abbazia di Molo Borbera, poi cancellato perché dai contenuti ritenuti “troppo profani”. In questo affresco perduto era presente la figura di una donna nuda appesa a testa in giù con un cartiglio che recitava la frase: "E sont Agnesa che zanzava in chiesa e per lo me zanzà all’inferno son portà”.
Il romanzo è stato presentato in diverse occasioni e il pubblico partecipante è perlopiù composto da donne, di età compresa tra i 25 e i 60 anni. In generale, il pubblico dei romanzi dell’autrice è informato, curioso, appassionato di storia, ma di un filone “non convenzionale”, raccontato sotto forma di romanzo o di messa in scena cinematografica.
Attualmente assistiamo a una ripresa di posizione del movimento femminista ed è in questo fermento sociale che il pubblico cerca costantemente ritratti di donne “eroiche”, che non si sono arrese alla cultura del proprio tempo, che si sono affermate ribellandosi alle ingiuste imposizioni familiari e sociali.
Le donne raccontate dall’autrice sono così: libere, affascinanti, seducenti, intelligenti, consapevoli, dotate di talenti non convenzionali. Riferimenti audiovisivi dell'opera si ritrovano nei ritratti psicologici delle donne dei film di Jane Campion (The piano, Bright Star, The portrait of a Lady, Top of the Lake), nelle donne solidali, ironiche e disinvolte dei film di Pedro Almodovar (Mujeres al borde de un ataque de nervios, Volver, Julieta), nelle donne turbate ma tenaci raccontate dal regista Jean Marc Vallée nelle sue serie televisive (Sharp Objects, Big Little Lies), nelle donne in cerca di una identità tra passato e presente del film di Francesca Olivieri Arbëria.