La congettura dell’anima è la storia romanzata di Grigorij Jakovlevič Perel'man, il matematico di San Pietroburgo che risolse, uno dei sette problemi matematici del Millennio, "La congettura di Poincaré", rifiutando il premio da un milione di dollari che l'istituto Clay aveva messo a disposizione.
Nel 1900, al congresso internazionale della matematica di Parigi, David Hilbert, uno dei più influenti matematici di tutti i tempi, aveva presentato un elenco di ventitrè problemi fondamentali irrisolti, noti come problemi di Hilbert. Nel 2000, a distanza di un secolo, sempre a Parigi, l'istituto matematico Clay (Cambridge, Massachusets) presentò una lista di sette problemi, anch'essi irrisolti, ribattezzati problemi del millennio. Sette problemi da un milione di dollari ciascuno: questa la cifra promessa dall'istituto Clay ai coraggiosi che gettandosi nell'impresa, fossero riusciti a risolverne uno. Coraggiosi perché la matematica può spalancare porte che possono condurti ai confini dell'universo, ma può anche farti sprofondare in un abisso senza fine.
Se esiste un personaggio contemporaneo la cui storia si presta perfettamente a un adattamento cinematografico, questi è sicuramente Grigorij Grisha Perel'man, il matematico russo balzato agli onori della cronaca per aver risolto, dopo quasi un secolo di tentativi, la congettura di Poincaré e aver poi rifiutato la Medaglia Fields e il milione di dollari messo in palio dal Clay Mathematics Institute.
La storia si adatta perfettamente alla trasposizione cinematografica per gli elementi forti che lo definiscono: il genio, il rapporto con la follia (Perelman non ritira il Premio, anzi scompare, diventado lui stesso un enigma da risolvere) e il contesto storico (la caduta del Muro) che fa da sfondo alla storia.
Il target è assolutamente trasversale e ha un grande valore divulgativo rispetto a un materia vituperata dallo stereotipo dell'eccessiva difficoltà e complessità.
"Ma la verità è che non esiste nulla di più poetico e visionario, nulla di più radicale, sovversivo e psichedelico della matematica. La matematica non è meno stupefacente della cosmologia o della fisica (i matematici hanno concepito i buchi neri ben prima che gli astronomi ne scoprissero uno) e offre una maggiore libertà espressiva rispetto alla poesia, all’arte o alla musica (che dipendono fortemente dalle proprietà dell’universo fisico). La matematica è la più pura delle arti, e la più fraintesa" (cit. Paul Lockhart).