Due ragazzi che si amano, due famiglie che si oppongono. All’apparenza una storia già sentita. In questo caso però uno dei due amanti viene incolpato dell’omicidio dell’altro. Umut, giovane pachistano, è il principale sospettato dell’uccisione di Jessenia, diciassettenne afghana. Il ragazzo fugge e si nasconde, l’ispettore Valerio Giusti, incaricato delle indagini, fatica a credere alla colpevolezza di Umut, che ha avuto l’occasione di conoscere frequentando il ristorante dello zio dove il giovane lavora per pochi euro. L’inchiesta procede tra mille difficoltà, con le famiglie che non collaborano e proseguono nella loro faida, un gruppo di estrema destra milanese, che sembra avere a che fare con l’aggressione alla vittima, e uno hijab, il classico velo islamico, mancante.
Il romanzo ben si presta a un adattamento cinematografico o televisivo, grazie al ritmo costante, ai continui colpi di scena e alle differenti personalità dei personaggi che tra loro si integrano, si differenziano e si confrontano. Inoltre i temi trattati, inclusione e questioni di genere coniugati al femminile, sono di attualità e di interesse pubblico, ma sempre senza prendere una posizione preconcetta o “furba”. Ad esempio, se troviamo un padre afghano autoritario con la figlia e con la moglie, troviamo anche un ragazzo italiano che terrorizza sotto l’aspetto psicologico la sua compagna. È un romanzo trasversale che si rivolge a un pubblico omogeneo, sia maschile che femminile, andando a coprire una fascia di età che va dai 15-16anni in su. Ogni generazione, infatti, può trovare singoli spunti di interesse, senza escludere nessuno, anche sotto l’aspetto culturale e religioso.