Due ragazzi che si amano, due famiglie che si oppongono. All’apparenza una storia già sentita. In questo caso però uno dei due amanti viene incolpato dell’omicidio dell’altro. Umut, giovane pachistano, è il principale sospettato dell’uccisione di Jessenia, diciassettenne afghana. Il ragazzo fugge e si nasconde, l’ispettore Valerio Giusti, incaricato delle indagini, fatica a credere alla colpevolezza di Umut, che ha avuto l’occasione di conoscere frequentando il ristorante dello zio dove il giovane lavora per pochi euro. L’inchiesta procede tra mille difficoltà, con le famiglie che non collaborano e proseguono nella loro faida, un gruppo di estrema destra milanese, che sembra avere a che fare con l’aggressione alla vittima, e uno hijab, il classico velo islamico, mancante.

Il romanzo ben si presta a un adattamento cinematografico o televisivo, grazie al ritmo costante, ai continui colpi di scena e alle differenti personalità dei personaggi che tra loro si integrano, si differenziano e si confrontano. Inoltre i temi trattati, inclusione e questioni di genere coniugati al femminile, sono di attualità e di interesse pubblico, ma sempre senza prendere una posizione preconcetta o “furba”. Ad esempio, se troviamo un padre afghano autoritario con la figlia e con la moglie, troviamo anche un ragazzo italiano che terrorizza sotto l’aspetto psicologico la sua compagna. È un romanzo trasversale che si rivolge a un pubblico omogeneo, sia maschile che femminile, andando a coprire una fascia di età che va dai 15-16anni in su. Ogni generazione, infatti, può trovare singoli spunti di interesse, senza escludere nessuno, anche sotto l’aspetto culturale e religioso.

Ambientazione - Tempo e luogo

Il romanzo è ambientato ai giorni nostri e vede come ambientazione Milano, ma potrebbe essere tranquillamente spostato a Torino. Siamo, infatti, davanti a due città del nord che hanno caratteristiche simili e che vivono le stesse problematiche sociali trattate nel testo. La questione centrale dell'integrazione degli immigrati, infatti, ben si addice a entrambe le città, così come le ambientazioni notturne e tipicamente noiristiche dei quartieri periferici. Inoltre Umut nel romanzo si nasconde in un grande parco pubblico quale è il Parco Nord, e anche a Torino ci sono aree simili (penso, ad esempio, al Parco Colonnetti o al Parco della Pellerina).

Biografia

Roberto Pegorini, nato a Milano nel 1969, laureato in giurisprudenza, è giornalista dal 1996. Ha collaborato con "Il Giorno", "Avvenire", "La Notte", "Libero", "Leggo", CronacaQui". E stato direttore de "La Gazzetta di Sesto" e attualmente lo è di inFolio, quindicinale che copre quattro Comuni della Martesana. In passato si è occupato molto di cronaca nera, ma anche di sport, di cui è un grande appassionato. Nel 2002 ho vinto il “Premio Torretta - Sesto San Giovanni”. Per dieci anni è stato addetto stampa del Geas Basket Sesto, quando la suqadra militava in A2. Ha praticato calcio a buoni livelli, ma ho sempre giocato anche a pallacanestro e tennis, fino a quando le sue ginocchia hanno deciso di fare “crac”. E la seconda volta che si è rotto il crociato, ha appeso le scarpe al chiodo.

Nel 2002 ho scritto un romanzo Vita a spicchi, ambientato proprio nel mondo del basket, con la prefazione di Gianmarco Pozzecco, mentre dal 2014 scrive romanzi noir. Ne sono stati pubblicati quattro (Almeno non questa notte, Caosfera Edizioni, 2921, ha ricevuto una menzione a "Giallo Garda") ed è in arrivo il quinto. Insieme ad altri scrittori ha preso parte anche a una mezza dozzina di antologie di racconti, in questi casi sempre a scopo benefico. Per 38 anni ha vissuto a Sesto San Giovanni, ma dal 2008 si è trasferito nella bergamasca, precisamente sul lago di Endine, dove scrive, fa lunghe passeggiate e divora libri scritti dagli altri.

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Ultimo aggiornamento: 21 Marzo 2025