Con Identikit degli invincibili - Il Grande Torino, Raffaele Iacaruso va oltre la narrazione celebrativa del Grande Toro e ci restituisce l’umanità e l’anima di un gruppo di uomini che ha segnato il Dopoguerra italiano e le cui gesta sportive sono state consegnate alla Storia.

Partendo dal proprio ricordo legato alla città di Torino, l’autore ci riporta indietro nel tempo seguendo i ricordi, attraverso ritratti eseguiti con il solo ausilio di una penna a sfera e di un’enorme passione. Identikit degli Invincibili offre aneddoti, curiosità e personaggi legati a Torino e alla vicenda incredibile di questa squadra di campioni immortali, permettendoci di conoscerli più da vicino, donandoci tratti inediti delle loro vite, spesso legate al loro tragico e noto destino.

Identikit degli invincibili si differenzia dalle altre opere precedentemente dedicate alla vicenda del Grande Torino, la squadra di calcio più forte del secondo Dopoguerra italiano, per il suo approccio umano molto evidente.

Il protagonista del libro è un ragazzo adolescente che entra in contatto con le storie di quegli uomini tristemente famosi, entrati nell’immaginario collettivo come eroi invincibili e il racconto delle loro vite, ricco di aneddoti e curiosità, ci restituisce tutta la loro umanità. Non solo: è chiaro l’intento dell’autore di rendere giustizia a tutte le vittime della tragedia di Superga ricordandone le gesta sportive ma anche, e soprattutto, gli affetti, i momenti di felicità e di svago vissuti da quei giovani atleti, che erano prima di tutto dei ragazzi. Identikit degli invincibili rappresenta anche lo spunto per raccontare l’Italia della seconda metà degli anni ’40 che, anche grazie alle imprese calcistiche del Grande Torino, vive un vero e proprio momento di riscatto. I calciatori a quell’epoca non erano certo quelli di oggi, erano persone avvicinabili, spesso anche lavoratori come gli altri e capitava spesso di incontrarli, come raccontato in qualche passaggio del libro: questo permetteva alle persone comuni, ai tifosi, una maggiore possibilità di identificazione. Tutti questi concetti sono facilmente descrivibili attraverso l’opera di finzione, che può catturare l’attenzione del pubblico grazie alla trama coinvolgente, al contesto storico legato alla città di Torino e all’empatia verso i protagonisti del racconto.

Ambientazione - Tempo e luogo

Raffaele è un agente di Polizia di Stato nato a Torino che, passeggiando per le vie della città che lo ha visto crescere, ricorda come da adolescente sia entrato in contatto con una storia affascinante ed emozionante, a cui non ha mai smesso di pensare. Con il ricordo vola alla fine degli anni ’80 quando, in soffitta, lui ed un amico si imbattono in un vecchio album di figurine. Mentre sfoglia l'album, il ragazzo scopre che si tratta di una collezione storica, che raccoglie le immagini dei calciatori del Grande Torino, la leggendaria squadra di calcio italiana degli anni '40, famosa in tutto il mondo per i suoi successi e per la sua tragica fine.

Ciascuna di quelle figurine ormai sfocate “racconta” la storia di un giocatore e Raffaele, come incantato, decide di approfondire la vicenda di ciascun membro della squadra, dedicando loro un ritratto, poiché il disegno è una sua grande passione. Man mano che Raffaele procede nella sua ricerca si immerge nelle vite dei giocatori, scoprendo le loro origini, i sogni, le vittorie e le sfide personali che hanno affrontato. Viene colpito dalla determinazione e dalla passione di Valentino Mazzola, il capitano e cuore della squadra, così come dalla tenacia di Ezio Loik, famoso per la sua dedizione al gioco e va oltre, raccogliendo tutte le informazioni possibili su questi giovani eroi indimenticati, trasformando il progetto di una galleria di ritratti in un racconto che lo emoziona e coinvolge sempre di più.  Raffaele ripercorre la cronologia dei successi sportivi del Grande Torino, ancora più incredibili se si tiene conto di un contesto che, fuori dal campo, era segnato dalle condizioni economiche durissime dell'epoca, in un Paese alle prese con una difficile ricostruzione dopo cinque anni di guerra.  La scomparsa degli uomini granata nel disastro aereo di Superga nel 1949, un evento che spezzò non solo le vite di calciatori, dei dirigenti sportivi, dei giornalisti e degli uomini dell’equipaggio del velivolo è sempre presente e fa da sfondo al racconto, che vuole essere soprattutto un ricordo gioioso e positivo, pieno di vita e di valori come la determinazione, l'amicizia e lo spirito di sacrificio. Raffaele scopre fino a che punto quella squadra abbia avuto un impatto profondo sulla cultura italiana e sulla storia del calcio, trasformando quei giocatori in una vera e propria leggenda: attraverso le storie di questi uomini, il racconto autobiografico di un ragazzo legato alla sua città diventa così racconto della memoria collettiva di un intero Paese.

Biografia

Raffaele Iacaruso è nato nel 1975. Diplomato nel 1994 come Disegnatore Capotecnico Industriale, dal 1995 al 1998 ha prestato servizio nell’Esercito Italiano in qualità di Ufficiale e, successivamente, è entrato in servizio nella Polizia di Stato, con specializzazione Polizia Scientifica, incarico che ricopre tuttora. Appassionato di poesia, letteratura e arte, si dedica da tempo alla scrittura e alle arti figurative.

Ha collaborato alla stesura di libri di poesia e romanzi, tra i quali Parole d’anima indivisa (una raccolta di componimenti poetici di autori di tutta Italia appartenenti alla Polizia di Stato), libro che ha ricevuto il premio “S. Michele Arcangelo” nel 2010. Ha pubblicato con diverse Case Editrici, in qualità di coautore, raccolte e enciclopedie di poesia, tra le quali il Volume VII e VIII dell’Enciclopedia Contemporanea di Poesia Italiana della Fondazione Mario Luzi. È autore della raccolta di poesie e disegni Ciò che rimane, Albatros il filo (terzo classificato al Premio Internazionale Salvatore Quasimodo), 2017 e del libro FaceBic – Identikit di un ‘900 novarese, Edizioni Astragalo, 2022, con il quale racconta una parte del ‘900 italiano - e novarese in particolare - attraverso una serie di ritratti eseguiti a penna Bic: progetto, questo, che l’artista porta avanti dal 2018, con personali d’arte dedicate, ospitate in luoghi di prestigio. 

Ha partecipato a numerose esposizioni artistiche in ambito nazionale e internazionale e alcune sue opere sono state donate a vari Enti, tra i quali: Questura di Novara, Museo Etnografico di Tornaco (NO), Museo Storico della Guerra Aldo Rossini di Novara, Sala Museo Achille Varzi presso il Castello di Galliate.

È sposato e ha due figli.

Ultimo aggiornamento: 14 Marzo 2025