Nia, una giovane infermiera che lavora in una RSA, si vede costretta a tornare nel paese in cui è cresciuta, dove l'attende suo zio paralizzato da un ictus.
È a lui che è stata affidata da bambina, dopo la morte dei genitori in un incidente stradale. Ed è lui che ha cambiato la sua vita, calandola in un baratro di privazioni, molestie e angherie.
Ora tocca a lei accudirlo. E anche se a ruoli invertiti, Nia si ritrova di nuovo rinchiusa in quella casa, da sola con suo zio.
Sullo sfondo, quasi immutato, il paese immerso tra le colline che l'ha vista soffrire senza mai soccorrerla, trincerandosi dietro un'ostinata indifferenza.
Pian piano emergono i ricordi degli anni vissuti all'ombra dello zio, che la obbligava a un digiuno severo, ad atti di autolesionismo per purificare il corpo dalla bile nera, isolandola dal mondo: per unica compagnia, infatti, Nia ha due bambini immaginari.
A questi si alternano i ricordi degli anni dell'università, i primi approcci con la libertà, l'amicizia con i coetanei, la relazione sentimentale e sessuale con un ragazzo dedito ad alcol e droghe. Dopo la laurea, finalmente l'emancipazione grazie al lavoro in una RSA, dove la protagonista si lega a una degente sempre in bilico tra demenza senile e momenti di folgorante lucidità.
Mentre Nia dà fondo alla memoria, la convivenza con lo zio prosegue in un rapporto ambivalente tra pietà e rancore. Ma una nuova conoscenza potrebbe intenerire il suo cuore, distogliendola dai propositi più cupi.

Il sangue non fa rumore è un romanzo sbalorditivo che non concede spazio a facili sentimentalismi, ma agisce per sottrazione, procede per brevi cenni, sino a giungere progressivamente a una visione completa, come in un mosaico a intarsio.
Il racconto, in continua soggettiva, coinvolge emotivamente il lettore, calandolo sin da subito in un turbinio di ricordi, rivelazioni, discrasie comportamentali, sentimenti feroci e inattesi.
La struttura narrativa viaggia tra presente e passato per rendere il testo avvincente e imprevedibile come un thriller scandito dai quattro umori della medicina ippocratica (atrabile, flegma, bile nera e sangue) a cui corrispondono i quattro temperamenti che caratterizzano i protagonisti (collerico, flemmatico, malinconico e sanguigno).
I protagonisti sono resi nella maniera più realistica e credibile, la trama è di stretta attualità, per gli abusi su un minore, per l'anoressia e l'autolesionismo che qui vengono imposti da un adulto, per gli atti di bullismo e per l'indifferenza del paese, espressione di una società incapace di soccorrere i soggetti più fragili.
È quindi adatto sia per uno spettatore che voglia comprendere le dinamiche che innescano alcuni dolorosi episodi di cronaca, sia per uno spettatore che ami storie di più facile fruibilità, che cercherebbe di capire quali misteri si celino nel passato della ragazza e come si svilupperà il rapporto con quel carnefice divenuto indifeso.

Ambientazione - Tempo e luogo

Il romanzo è ambientato in tre luoghi e in tre momenti diversi.
C'è il paese da cui Nia parte e a cui torna (infanzia e adolescenza/maturità), la città in cui frequenta l'università (dai 19 ai 22 anni), la casa di riposo in cui va a lavorare subito dopo.
Considerando che il periodo storico è quello attuale, la prima fase si svolge negli anni 2000, la seconda negli anni '10, la terza oggi.
Il paese non è identificato con precisione, è il classico paesone italiano, tra centro storico e mezza campagna, la piazza del paese, il bar in cui i vecchi vanno a giocare a carte, la scuola frequentata dalla protagonista, le dolci colline che lo circondano, cambiando colore a seconda delle stagioni. 
Su tutto, svetta la casa di famiglia, accogliente e solare nella prima infanzia, cupa e impenetrabile negli anni della segregazione.
Unico luogo di serenità è il grande giardino prospiciente, al cui centro cresce un'alta magnolia alla quale la protagonista si lega idealmente in una specie di salvifica simbiosi.
Della città universitaria, anch'essa mai nominata apertamente, si vede perlopiù l'antica sede accademica e le case private tra le quali si svolge la vita di Nia: l'ordinato appartamento in affitto con due coinquiline, la trasandata casa del fidanzato, gli appartamentini dove si consumano stupefacenti e alcolici.
L'ospizio è moderno, con camere private e spazi in comune, dove gli ospiti si raccolgono per i pasti, guardare la televisione, dialogare e trascorrere il tempo.

Biografia

Lilia Scandurra è nata nel 1988 a Pescara. Figlia di un siracusano e di un'aquilana nata e cresciuta in Venezuela. 
È laureata in lingue straniere, è una musicista e da più di dieci anni porta avanti un progetto autoprodotto che unisce musica elettronica e cantautorato in lingua italiana, inglese e francese. 
Ha composto tre album, di cui ha curato testi e melodie. Attualmente vive in una casa sul mare, a una manciata di chilometri da Pescara, insieme a suo marito e al suo cane Geralt. 
Il sangue non fa rumore, Pop Edizioni, 2023,  è il suo primo romanzo.

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Ultimo aggiornamento: 17 Aprile 2025