Alessia è una giovane donna napoletana di ventinove anni in attesa del suo primo figlio, figlio che non verrà mai al mondo perché Alessia viene uccisa dal suo convinvente Giovanni, con trentasette coltellate.
Sulla sua morte indagheranno il commissario Debora Giovagnoli e l'ispettore Antonio D'Amato. Tra intuizioni e ricostruzioni, i due arriveranno alla drammatica scoperta: anche le due precedenti fidanzate dell'uomo erano misteriosamente scomparse...
Questo romanzo parla di un argomento fin troppo attuale. La storia, tra realtà e fantasia, prende le mosse dai fatti di cronaca, per seguire le indagini ricostruite con fantasia dall'autore. Un serial killer, tre donne uccise a distanza di anni, un bombo mai nato. La scrittura delle due autrici è ben riconoscibile: Adelaide Camillo dà voce, in prima persona, all'ultima vittima, qualla da cui parte la storia. Le parole della ragazza arrivano dritte al cuore dei lettori, coinvolgendo e commuovendo. Aurora Di Giuseppe, invece, si è messa in gioco nella narrazione investigativa, coinvolgendo nelle indagini il vicequestore Debora Giovagnoli, giò protagonista di altre sue storie. Le due autrici sono riuscite ad amalgamare con sapienza i propri stili. Uno dei punti di forza narrativi è la caratterizzazione psicologica del femminicida, fondata, evidentemente, su una seria documentazione, oltre che sul talento narrativo delle autrici. Altrettanto forte è il grido di denuncia esplicito nei confronti del legislatore, ancora troppo morbido verso questi criminali o, meglio, verso un fenomeno, straziante e inaccettabile, che purtroppo, troppo spesso, caratterizza la cronaca nera dei nostri tempi.