"Balena" è la storia di un corpo che cambia e diventa gigantesco, ma è anche la storia di una donna che si riappropria di sé grazie proprio a quel corpo.
La morte improvvisa di un genitore è una perdita troppo difficile da sostenere per una bambina. Così, a undici anni, Giulia inizia a cercare di colmare quel vuoto enorme col cibo. Quasi volesse far posto “sotto la pelle che si dilata” al padre che non c’è più, reagisce alla mancanza e al dolore assumendo le sue forme – quelle di “un uomo grosso, un uomo enorme”. Il peso di Giulia passa da 40 a 80, a 96 chili e sembra non fermarsi più. Poi, insieme al corpo, crescono il rifiuto di sé, la vergogna, il senso di colpa, il bisogno di nascondersi. E arriva il bullismo dei compagni, addirittura di qualche insegnante, a colpirla e umiliarla ogni giorno persino nel nome, ormai diventato quello di un animale: "Balena". Fino a quando, con l’aiuto di sua madre, Giulia cambierà ancora e troverà una nuova consapevolezza, un nuovo equilibrio per sé, e un nuovo spazio per Balena – non più in primo piano, ma sempre lì.
Alternando racconto e riflessione, facendo dialogare il passato con il presente, Giulia Muscatelli scrive un libro coraggioso che sceglie la speranza, ma rifiuta facili consolazioni. Un memoir toccante e acuto che racconta la stigmatizzazione del corpo, il superamento del lutto e la ricerca di un nuovo inizio.

"Balena" è una storia vera rielaborata per la narrativa, che si presta a diversi livelli di lettura. I due grandi temi affrontati sono il corpo e il lutto, uniti nel sentimento della vergogna (provato tanto per un corpo considerato non conforme ai canoni, quanto per un dolore impossibile da definire per mancanza di linguaggio). Se si prende in considerazione il tema del corpo, il target di riferimento possono essere tanto gli adolescenti di oggi, quanto i trentenni che al tempo del racconto avevano la stessa età della protagonista. Nei primi anni 2000, la rappresentazione dei corpi era ben distante da quella odierna e i discorsi riguardo tematiche di inclusività non erano oggetto di dibattitto. Anche la scuola incentivava il clima di disparità; gli adulti erano meno preparati dei ragazzi e a volte persino più crudeli. 
Il tema della perdita, invece allarga il target; in "Balena" si riflette sull’elaborazione del lutto e su come questo si prenda ogni molecola di chi lo attraversa. È una storia adatta ai giovani, perché racconta di un comune sentimento di inadeguatezza, ma anche ai più maturi, perché li aiuta a comprendere i ragazzi, a come possa essere possibile parlare Con loro. Una storia quindi in grado di mettere d’accordo e emozionare tutta la famiglia, dai pià giovani - anche giovanissimi - agli adulti.
Tematiche attuali vengono affrontate in maniera inedita, con un punto di vista meno conforme ai dettami social ma più introspettivo e critico sull’individuo. "Balena" non dice che grasso è bello, ma allo stesso non desidera dimagrire, perché non è questo il punto; "Balena" va oltre il corpo, per costruire un’auto narrazione di sé, scevra da qualsiasi influenza contemporanea. 

Ambientazione - Tempo e luogo

Nel romanzo, Torino è una delle protagoniste. Piazza Castello; Superga; il quartiere Vanchiglia; la collina; la Valle di Susa; questi sono i luoghi dove la storia di "Balena" corre e si evolve. Il rapporto che la protagonista ha con la città non è di amore profondo, ma di profonda autenticità. Nel libro vengono fuori le svariate differenze che Torino mette in luce a seconda dei luoghi abitati. La storia oscilla tra i primi anni del 2000 e i giorni nostri e verrebbe da dire che Torino non è mai cambiata, ma è cambiata tanto. La disparità di classe tra collina e il resto della città è rimasta. Vanchiglia è diventato un quartiere cool, un tempo considerato periferia custode del centro cittadino. Al cavallo di bronzo di Piazza Castello ancora oggi si vedono decine di giovani riuniti e il tram 15 ancora sfreccia per Via Po. Ma le persone, forse, sono diverse, o almeno i ragazzi lo sono; più consapevoli di quelli protagonisti di "Balena", meno escludenti. 
A Superga, il 4 maggio, (giorno della commemorazione della strage del Grande Torino) qualcuno continua a portare i fiori. La Basilica rimane il punto fermo di ogni torinese, la bussola per ritrovare la strada, il simbolo della malinconia che attraversa città e cittadini. E infine il freddo, l’inverno; la sfida annuale che la città pone ai suoi abitanti. La protagonista affronta questi muri grigi con determinazione e speranza; non si sente radicata a un territorio, ma sa di essere parte di una mappa, sa di essere un puntino nello sfarzo di una città che alterna luci e ombre, proprio come lei. 

Biografia

Giulia Muscatelli (Torino,1989) è un’autrice. Il 21 ottobre 2022 è uscito il suo primo libro, Balena, Edizioni nottetempo. A febbraio 2023 ha esordito nella scrittura di podcast con “Sotto le unghie” prodotto da Mondadori Studios. 

Scrive articoli di approfondimento per diverse testate (Donna Moderna; La Stampa; Domani). Si occupa, inoltre, di progetti di comunicazione per le aziende, di archivi e musei d’impresa. È direttrice creativa di un’agenzia di comunicazione a Torino. Collabora con la Scuola Holden come docente di corsi di scrittura di sé, per adulti e adolescenti. 

Ultimo aggiornamento: 14 Maggio 2024