Ogni silenzio ha le sue ragioni. C’è quello utile a ritrovare se stessi e quello che serve a coprire le ombre della vita. In quest’ultimo si imbatte Letizia quando Giovanni, proprietario di una storica libreria, riceve delle minacce e scompare. Qualcosa si nasconde nel suo passato…
Dopo la morte del marito, Letizia affronta il lutto impegnandosi in una nuova attività. Michele, suo ex studente, ha appena acquisito alcune quote di una celebre libreria di Casale Monferrato, La Nova Antiquaria, da Giovanni suo storico proprietario che ora naviga in cattive acque.
Per far ripartire l’attività, Letizia e Michele inaugurano il Café Philo, dove si parla astrattamente di giustizia e libertà. Però Giovanni inizia a ricevere inquietanti messaggi e scompare senza più dare notizie. Michele teme di aver fatto un investimento sbagliato e chiede aiuto a Letizia per scoprire cosa si nasconda dietro il silenzio del libraio.
In un intreccio che non disdegna la suspense e l’azione, due generazioni si confrontano: quella di Letizia dovrà fare i conti con le scelte fatte in gioventù e quella di Michele prenderà atto di un passato prossimo troppo presto dimenticato. Dietro alla scomparsa di Giovanni infatti vi sono eventi accaduti durante il periodo degli Anni di piombo a Torino, fatti cruenti che riemergono a poco a poco attraverso i dialoghi dei vari personaggi coinvolti.
Nel ricomporre i pezzi di una vicenda che ha lasciato il segno nella vita di tante persone, Letizia e Michele scoprono che anche i temi discussi nelle riunioni del Café Philo, apparentemente poco legati alla vita reale, acquistano un nuovo senso e possono aiutare a comprendere i vari punti di vista di coloro che sono stati protagonisti, vittime o testimoni del terrorismo degli anni ’70 e ’80.
La trama del romanzo ben si presta a un adattamento cinematografico e/o televisivo perché ricca di atmosfere, dialoghi e scene d’azione. L’insolito uso del genere “mistery” per parlare di temi legati al terrorismo ha permesso di coinvolgere, con successo, un target molto ampio di lettori, quelli che vogliono una trama leggera, ricca di misteri e colpi di scena, ma che apprezzano contenuti meno scontati dei soliti omicidi con commissari di polizia o investigatori. Un approccio molto indicato anche per una riduzione cinematografica.
La prima parte del libro ricostruisce la quotidianità di una ex professoressa in pensione ed è una storia dei nostri giorni che si svolge nel Monferrato, quindi non richiede investimenti elevati nella ricostruzione degli ambienti. Questa quotidianità viene interrotta dalla scomparsa di Giovanni alla quale seguono una serie di misteri: strani messaggi, tentativo di furto in libreria, telefonate anonime, minacce. Una seconda parte quindi che favorisce molto l'effetto di suspense.
La terza parte, in cui emerge il passato di Giovanni legato agli Anni di piombo a Torino, consente di utilizzare la tecnica del flashback per movimentare la narrazione e creare così nel pubblico un coinvolgimento emotivo sul tema del terrorismo.
Nell’ultima parte vi è infine un inseguimento in auto fra le colline del Monferrato che aumenta il pathos nello spettatore.
L’audience di riferimento per un adattamento cinematografico è duplice: quello della generazione che ha ricordi di quel periodo e si può immedesimare in alcune scene del film e un target più giovane, che poco sa di quanto è accaduto ma può scoprirlo lasciandosi catturare dal dinamismo della trama.