Un demone venne imprigionato in un albero. Col passare dei secoli, con il legno venne costruita una porta, un passaggio per l’Erebos, che fagocita anime ogni 42 anni. Nessuno se n’è mai accorto, neanche quando la porta arriva a Bologna, in eredità alla Contessa Ordalia (1880).
Una delle abilità del demone è diventare parte della paura delle vittime, che dimenticano la sua esistenza e si consumano, fino a cedergli l’anima. Ma Diana lo sa. Negli anni ’70 vive l’incubo della morte della sua amata, Angelica, e tramite le istruzioni del suo diario ricostruisce i fatti, facendo ricerche su documenti privati, pubblici e la testimonianza di un prete esorcista del 1889. Continua così il lavoro della compagna, prendendo appunti per non dimenticare. Arrivata agli anni 2000, cambia nome in Rosa Spina, anche in memoria della porta, che si apre alle vittime sembrando una rosa nera, tentacolare e mostruosa.
Quando Cosimo nel 2015 va a vivere nell’appartamento, Rosa Spina cerca di salvarlo dal demone, che lo sconvolge facendogli rivivere gli abusi subìti in passato dal nonno. Ma la porta ha buona memoria, si ricorda di lei e cerca di confonderla e spaventarla, fino a farle dimenticare il perché delle sue azioni; solo la convinzione e l’amore per Angelica salveranno la mente di Diana e le permetteranno di dare fuoco allo stabile e portare in salvo Cosimo.
Il demone però si avvinghia al ragazzo e lo costringe a fare una strage in famiglia per rafforzare il proprio potere, ancora collegato alla porta, che si è salvata dall’incendio.
Diana capisce che l’unico modo per sconfiggere il demone è dall’interno e varca la soglia ingannandolo. Al di là del varco trova Angelica che diventa la sua luce in mezzo a oscure visioni di follia. Invoca l’aiuto delle altre vittime e con i loro ricordi felici, gli amori e le speranze, riesce a vincere il male... della paura di vivere.
Un solo ambiente, diverse epoche: scelta la dimora principale, la storia si svolge quasi esclusivamente in interni per cui le epoche risultano facili da rappresentare, contestualizzando musica e costumi.
Proprio perché tutto si svolge in un ambiente chiuso, la storia assume connotazioni claustrofobiche, come da tradizione già ampiamente collaudata nel genere horror.
Storia LGBTQI+: due delle protagoniste intrecciano una storia sentimentale e questo dona al progetto una forte inclusività in termini di rappresentanza.
Pochi effetti speciali e molta tensione, poiché il core della storia è prettamente psicologico. Sono spesso raffigurati incubi e visioni: la dimensione onirica è la cifra fondante del romanzo.