Alì è un ragazzo di seconda generazione cresciuto in una provincia abbandonata a se stessa. Si barcamena a scuola, tra alcol e qualche cannetta, sprecando il talento che la Segre, professoressa d’italiano, ha visto in lui. La sua vita cambia quando Amir, piccolo spacciatore di zona, gli propone di entrare nel giro. Trascinando con sé gli amici Rami, Simo e Rich, Alì si trova invischiato in un disegno più grande. In combutta con un misterioso finanziatore, Amir ha in mente di accumulare abbastanza denaro per comprare armi ed esplosivi: se la vita non ti dà niente, allora perché non vendicarsi? La retorica di Amir, ammantata di grandi ideali e dietro lo spauracchio della guerra santa, affascina Alì, disposto a seguire l’amico all’inferno. Solo quando si ritrova trasformato in bomba umana, in una piazza gremita e con la testa bruciata dalle droghe, Alì comprende che dietro le belle parole di Amir c’è solo la banalità del male. In nome del mantra per cui non esiste niente a parte sangue da versare, Alì ha sacrificato tutto: gli amici, la sua ragazza Mary, i suoi genitori. Nel momento decisivo, a un passo dal massacrare innocenti sconosciuti (tra cui la stessa professoressa Segre), si rivolta contro il suo mentore in un ultimo confronto tra le due anime di una generazione perduta: la violenza strisciante e insensata, pronta a esplodere in qualunque momento verso una stilla di umanità che si rifiuta di arrendersi.
Il contesto della criminalità locale offre materiale narrativo sia per moltiplicare gli ostacoli che il gruppo di protagonisti deve affrontare, sia per osservare da vicino la provincia sommersa, fatta di giovani allo sbando guidati da un gusto per la violenza raccontato ormai quotidianamente dai drammatici fatti di cronaca. Più il giro della droga cresce, più Alì e i suoi devono guardarsi le spalle da altri gruppetti malavitosi, pronti a fargli le scarpe. A metà tra "Gomorra" e la "Paranza dei bambini". Il tono cupo dei protagonisti è stemperato dal loro essere ragazzini, in parte mostri, in parte, ovviamente, innocenti, e il ventaglio di generi attraversa il teen drama scolastico, il noir, il pulp e il dramedy alla Trainspotting. Il target di riferimento è trasversale, dai giovani che subiscono la stessa disillusione di Alì, rassegnati alla sistematica privazione di un futuro, agli adulti che non riescono a spiegarsi come un branco di minori possa stuprare, picchiare o uccidere. "Niente a parte il sangue" racconta il torbido di questa era, filtrato dallo schermo rassicurante dei programmi pomeridiani, che tutti percepiamo, senza probabilmente avere ancora il coraggio di guardarlo dritto in faccia.