La storia muove i suoi passi nell’antica e granitica terra di Gallura, alla fione del 1700. Tutto inizia con il grave ferimento di un bambino e con una strega che decide di salvarlo, ma che pagherà a caro prezzo il suo nobile gesto. Più avanti nel tempo, il tranquillo borgo di Villa di Castro, incastonato tra boschi di sughere, tafoni di granito e macchia mediterranea, è sconvolto da un efferato omicidio. Una giovane donna è stata trovata brutalmente decapitata e il Prefetto Valentino inizia a indagare sul caso. L'indagine di Valentino, arrivato dal “continente”, è costellata di ostacoli: l’identità sconosciuta della vittima, gli abitanti del piccolo borgo poco collaborativi e il Podestà Peddemala oriantato con accanbiomento verso un unico sospettato. A confondere le acque, o forse a chiarire il quadro, si alternano vari personaggi come Bàcchis, Lisandra, Adelasia, Altea e Maltìnu. Solo grazie all’aiuto di Siro e di Don Linaldu, il giovane Prefetto riuscirà infine a chiarire i misteri nascosti dietro l’oscuro delitto.
L'opera è strutturata già in modo simile a una sceneggiatura. La narrazione coinvolge tutti i sensi, ma privilegia quello visivo. I personaggi sono caratterizzati da una attenta e precisa analisi dei comportamenti e dei costumi dell’epoca (fine Settecento, inizio Ottocento). Gli stessi luoghi sono descritti con particolari che ricreano subito l’ambientazione tipica del Regno di Sardegna di quel periodo.
Il target di riferimento è generalista, con particolare riferimento ai Millennials, in quanto i principali protagonisti, seppure appartenenti a un'altra epoca, manifestano i medesimi moti interiori caratteristici dei trenta/quarantenni.
Le ambientazioni sono molto suggestive. Il ritmo è intenso, con scene d’azione che segnano alcuni momenti cruciali della narrazione.
Già a partire dalle illustrazioni presenti all’interno dell’opera, c’è il materiale per creare un’iconografia utile a un eventuale adattamento.