Ludo, Abbondio, Catello e Lorenzo non sanno definirsi. Sono adulti? Sono adolescenti? Sono piuttosto degli adultescenti: soggetti che per età anagrafica avrebbero dovuto già essere sistemati con una famiglia e un lavoro, ma la loro testa, la società e la paura non glielo consentono. Fanno parte della generazione della crisi, di chi ha vissuto in un mondo agiato durante gli anni dell'infanzia e dell'adolescenza e ora si trovano a dover fare i conti con la mancanza di lavoro, con la precarietà lavorativa cronica, con l'impossibilità di essere pienamente autonomi.
I quattro si troveranno a far fronte alla loro età e alle loro responsabilità a seguito di un debito di gioco contratto da Catello, chenel momento in cui è costretto a raccontare tutto ai suoi genitori benestanti, che lo mantengono come studente universitario fuori sede, dichiara, mentendo, di essere ormai prossimo alla discussione di laurea. I quattro amici organizzano così una festa di laurea fittizia creata ad hoc per i genitori di Catello. Nel frattempo Ludo si innamora di Angelica, Abbondio si apparta per parlare con Giusy, fidanzata di Lorenzo, che vedendoli salta alle peggiori conclusioni. Arrivato il giorno della festa i nodi vengono al pettine. Abbondio viene attaccato da Lorenzo in piena crisi di gelosia, Ludo fa la conoscenza del fidanzato di Angelica e Catello finalmente trova il coraggio di dire la verità ai genitori. La festa finisce male e il giorno dopo, i quattro più Giusy, si ritrovano a far colazione tutti insieme diventati forse, finalmente, adulti.
Già solo il fatto che sia una storia contemporanea e universale, che analizza la generazione dei quarantenni per definire un nuovo tratto dell’età evolutiva, basterebbe per decidere di farne un film. Ma “Adultescenza” è anche ritmo, profondità dei personaggi, dialoghi brillanti, una commedia all’italiana con quel sapore agrodolce tipico della commedia classica, che approfondisce vizi e virtù della società facendo sorridere e riflettere. La scelta di Catello di mentire per l’ennesima volta ai genitori non scatena una ragionevole reazione contraria degli amici, che anzi lo aiutano a sostenere la menzogna incuranti delle possibili conseguenze. Nessun personaggio è definitivamente positivo o negativo, come qualsiasi persona reale. Ma con le conseguenze delle proprie azioni, prima o dopo ci si deve fare i conti. Come nel finale, durante festa, quando i protagonisti si trovano ad affrontare quelle conseguenze, forse per la prima volta in vita loro, dopo aver sempre rimandato e temporeggiato. Scevro da intendimenti didattici e pedagogici “Adultescenza” si rivolge ad adolescenti e adulti, che rispecchiandosi nei personaggi sono liberi di trarre le proprie personali riflessioni.