Milano, dicembre 1999.
L’ispettore di polizia Mario Koch si aggira per la metropoli come un predatore di nuova generazione, alla ricerca del piacere, talvolta a perversioni e droga, spesso servendosi del suo ruolo di potere come strumento di coercizionementre lo schivo e timido Aldo Cocini, dipendente del Museo di Storia Naturale, deve fare i conti con gli spettri della sua mente e con sinistre presenze che gli intralciano il cammino.
Koch viene attirato tra le mura conturbanti di Villa Fossati, la “Villa Triste” che cinquant’anni prima fu teatro di tragici omicidi e crudeli torture perpetuate da un feroce reparto speciale repubblichino nei confronti dei partigiani, coinvolto in una spirale di violenza e misticismo, in cerimonie e rituali che attingono a oscure mitologie precristiane.
Il romanzo segue le vicende di un ispettore di polizia (Mario Koch) e, parallelamente, quelle del suo alter ego (Aldo Cocini). Un fallimentare rito esoterico ai danni del primo avrebbe dovuto trasformarlo nel secondo, dalla personalità più docile.
Interessante il contrasto tra queste due personalità e l'escalation di violenza della seconda, nell'amaro finale della storia.
Un punto di forza è anche la radice storica, che riguarda le tragiche vicende legate ai luoghi denominati "ville tristi" durante la Repubblica di Salò. Il romanzo contiene diversi flashback relativi al figlio (personaggio di totale invenzione) inconsapevole del capo di una di queste bande di fascisti torturatori, realmente esistito, Pietro Koch.
L'ambientazione milanese alla fine del XX secolo, una metropoli scura e popolata da creature notturne, ancora priva dei nuovi sistemi di comunicazione (internet, smartphone, social network) è particolarmente accattivante.
Il target di riferimento è di certo adulto (essendo una storia sostanzialmente sospesa tra il noir e l'horror), ma può essere goduto anche da un pubblico più giovane, soprattutto in virtù dei riferimenti alla storia finale della Seconda Guerra Mondiale.