"Ma i bambini non se ne vanno! È impossibile! me lo hai detto tu!"
Eppure succede. Come nelle favole nere.
Teresa ha undici anni e ormai è grande, come le ripetono la mamma e il papà. Ma Teresa ha paura e la sua inquietudine si manifesta subito dopo il tramonto, quando deve uscire di casa da sola per andare a comprare il gelato; ha paura delle grate lungo i marciapiedi, dalle quali si affaccia il nero degli scantinati; prova paura e pietà per le persone che abitano la strada, custodi forse di un qualche segreto. Teresa ha paura di qualcosa che ancora non ha un nome e che però sente insinuarsi nella sua vita, nella tranquillità delle sue giornate, minacciando persino la mamma, il papà, il fratellino Lucio.
Poi un giorno accade qualcosa che il papà le aveva giurato non sarebbe mai potuto accadere. In una quotidianità scombinata, Teresa scopre che a volte i genitori mentono. Non c'è nessuno a cui chiedere aiuto. Gli adulti sono soli, ma lo sono anche i bambini e le bambine.
Un romanzo di formazione, una moderna storia gotica che gioca con elementi perturbanti classici, come il buio, l'orco e la morte, per raccontare il difficile passaggio dall'infanzia all'adolescenza di Teresa, una bambina di undici anni, all'interno di una famiglia i cui rapporti sono viziati dall'incapacità di comunicare.
L'attenzione ai particolari delineano perfettamente il mondo della storia. Le descrizioni rendono puntualmente vivido il punto di vista infantile. Questa modalità di scrittura, in cui le emozioni si legano ai luoghi, agli oggetti, ai dettagli, accompagna il lettore in u'esperienza allo stesso tempo coinvolgente e "visiva".
Le tematiche, oltre al tema centrale della crescita, del diventare "grandi" e alla conseguente "perdita dell'innocenza", sono quelle dei pericoli della città, la possibiità di incontrare l'orco, ma anche i pregiudizi e la mancanza di empatia della società contemporanea.
Il target è trasversale e adulto.