Il focus tematico del libro è la violenza sulle donne, una violenza espressa attraverso uno schema che si ripete nel tempo e nello spazio, perpetrata in modi differenti e in epoche diverse, ma sempre con la medesima crudeltà. La cornice è Napoli e il suo misterioso complesso “Ospedale degli Incurabili”. La narrazione scorre avanti e indietro, su due piani temporali: il 1700 e oggi. Le protagoniste sono due giovani nella Napoli del Settecento, Albina ed Elisa, che subiscono violenza e vengono rinchiuse nell’ala del complesso ospedaliero riservata alle “Pentite” - ex prostitute - e due donne dei giorni nostri, Federica e Maria, amatesi da ragazze, ma ostacolate da un uomo, detto il Lupo. Il Lupo rappresenta insieme a Mastrogiorgio, il guardiano delle Pentite, l’archetipo del male incarnato al maschile. La narrazione si apre con il ritrovamento della lettera alla morte del medico Giuseppe Mosca (liberamente ispirato alla figura di Giuseppe Moscati), legato all’Ospedale degli Incurabili. Federica, ormai adulta, viene richiamata per un lavoro di ricerca proprio nell’antico complesso. L’incontro con i luoghi della memoria e con Maria, dopo 25 anni, riportano alla mente l’ineluttabilità delle scelte fatte e il peso della sofferenza patita. Lo spazio degli Incurabili, teatro di storie diverse legate da un unico filo, pur non potendo cancellare il passato, rinascerà a nuova vita.
Il tema della violenza contro le donne è tristemente attuale. Qui va da quella del carceriere Mastrogiorgio nel Settecento al più raffinato Lupo, perverso manipolatore e predatore dei giorni nostri. Il tema è trattato con grande sensibilità e si rivolge a un target eteregoneo e trasverale. Alle donne, ovviamente, ma anche e forse soprattutto agli uomini, di ogni età. Trattando l’amore omosessuale fra due donne, si rivolge in modo specifico anche alla comunità LGBT. Storia, passione e senso della cura si fondono sul palcoscenico di una Napoli misteriosa, fatta di luoghi da riscoprire. La musica degli anni Ottanta accompagna la narrazione, il brano Every time you go away è l’emblema di un sentire generazionale di quel periodo.