Novembre 1950. Imbrigliata in un sottile reticolo di bruma, la val Tenebrina sorge su un altopiano della provincia bresciana punteggiato da una miriade di cascine. Un luogo incantato di verde su cui si posano pigre le case di Mugno, il centro abitato.
Ogni mattina, Benito Pietra – trentenne alto ed elegante, un bel paio di baffi neri e il profumo di sapone anche nei giorni feriali, prende la sua moto Guzzi e attraversa le campagne inseguendo i ricordi di una vita che ormai non c’è più. Una vita di guerra e di sangue, di agguati e imboscate tra partigiani e nazisti, un vita nella quale Benito aveva un altro nome, un nome che è diventato leggenda, un nome per il quale la gente di Mugno ancora si toglie il cappello quando ne incrocia il cammino: Comandante Olmo.
Quello che la gente non sa è che per uomini come Olmo certe battaglie non finiscono mai e certi conti rimangono aperti, per sempre. Dietro un’esistenza all’apparenza tranquilla, costellata di ricordi di perduti amori e di lavoretti per pochi spicci, c’è ancora il vecchio Comandante, che continua a fare quello che faceva in montagna durante la guerra: seguire le tracce, restare nell’ombra, colpire e scappare.
Tutto cambia quando su un giornale locale compare la notizia di tre suicidi avvenuti rispettivamente a Rovigo, Treviso e Verona. A togliersi la vita sono stati alcuni ex funzionari e gerarchi fascisti che, prima di uccidersi, hanno ingerito dell’olio di ricino. Ce n’è abbastanza per attirare l’attenzione del tenente dei carabinieri Enrico Carraro e del suo fedele braccio destro Giannelli, che iniziano a indagare. A emergere è una storia inaspettata e imprevedibile, che rompe tutti gli schemi e lascia col fiato sospeso.
In una atmosfera da Nouvelle Vogue Chi porta le ombre è un noir intenso e sofisticato dove la scrittura di Raineri ricorda molto da vicino quella di Chabrol e Truffaut e della cinematografia francese degli anni Cinquanta e Sessanta. Un lungo racconto che parte dalla Resistenza italiana nelle vallate del nord Italia per seguire ombre oscure di vendetta, rivalsa, giustizia. Il canto e controcanto del protagonista maschile e di quello femminile danno vita a un solfeggio di dialoghi asciutti e vibranti, così realistici e verosimili da lasciare chi legge senza fiato e in grado di scandire con precisione e suspense il ritmo di una narrazione che rende questo lavoro letterario tra i noir più originali della narrativa di genere del 2023.
Una unicità che l’autore replica nella scelta dell’ambientazione e nella costruzione del suo protagonista dal fascino antico e sofisticato, a cui la narrazione restituisce realismo e unicità in un noir che rompe gli schemi e induce il lettore a girare freneticamente una pagina dopo l’altra in un crescendo di pathos e di sequenze che si susseguono proprio come in un film francese degli anni Cinquanta. Il target è un pubblico adulto, amante del genere noir.