Di là dell’Adda arriva Beatrice, bambina arguta e silenziosa. Passa le sue giornate tra giochi all’aria aperta, lunghe passeggiate per placare la malinconia e al cimitero, luogo prediletto per le sue letture. Di notte, appena spegne la fiamma della candela, le appaiono sul soffitto creature mostruose, volti prodigiosi che riflettono le sue paure e i suoi incubi, lasciandola senza fiato.
In un silenzio quasi tombale, percepisce i rumori di ogni cosa, l’acqua che scorre, l’arrivo del vento, il battere delle ali degli uccelli, affrontando, come uno spettro delicato, un lutto innominabile.
Attraverso uno spirito, quasi illusionistico, la bambina ricostruisce la sua intera esistenza per esorcizzare un immane dolore che la tiene sospesa al di là del cuore e del fiume. Con una lingua fantasmatica e letteraria, che supera sé stessa per leggersi infine cristallina, l’autrice compone un romanzo delicato e magicamente perturbante, dando forma a un mondo pieno di dolore e prodigi, come se "Vicino al cuore selvaggio" di Clarice Lispector incontrasse, fino a ibridarsi al meglio, "Lizzie" di Shirley Jackson.
Storia per un pubblico consapevole e votato all’onirismo e alla fantasia infantile. Ancorata ai luoghi dell’Adda, come fossero ritratti da Guillermo Del Toro o da Tim Burton.