A volte, l’unica scelta possibile è quella di partire.
Un libro sull’emigrazione intesa in senso lato: da un paese, da sé stessi, dagli altri; e sui danni provocati dal senso di sradicamento e solitudine che la stessa scelta di partire spesso comporta.
È una domenica d’autunno del 1955 quando una telefonata raggiunge la famiglia della piccola narratrice protagonista per avvisare che Berta, la sorella maggiore a cui è più legata e che da poco è emigrata in Svizzera, ha iniziato a dare segni di squilibrio.
Il padre parte immediatamente per riportare la figlia a casa, nel piccolo paese di montagna dove il tempo trascorre lento come il fiume giù a valle e dove la comunità affronta la vita con la stessa naturalezza degli alberi del bosco, anche se con radici assai più fragili: sono sempre di più, infatti, i giovani costretti a emigrare per trovare lavoro, così come aveva fatto anche Berta, spinta però da una sofferenza profonda e tutta personale. La protagonista del libro, da qui, ripercorrerà la dolorosa vicenda della sorella ma anche tutto il prezioso mosaico di vite del paese in cui ha trascorso l’infanzia, tra gli abbracci della migliore amica Clarissa, le chiacchiere delle comari, i discorsi impegnati del padre in piazza, i balli all'aperto d’estate e gli addii, purtroppo sempre più frequenti, di coloro che provano a cercare fortuna altrove.
La storia di Berta, emigrata in Svizzera e costretta a rientrare in patria per ragioni legate al suo disagio mentale, in tempi in cui la malattia mentale era considerata un tabù, unitamente alla delusione d'amore all'origine di quel disagio e ai problemi dovuti alla lontananza, contiene in sé tutti gli elementi magnetici per una storia di grande impatto emotivo.
I molti dialoghi presenti nella narrazione rendono molto bene i personaggi nelle loro caratterizzazioni e facilitano un eventuale adattamento. Il coro di donne, ognuna con la propria voce e la propria personalità, che fa da sfondo alla storia, contribuisce a creare un'atmosfera vivace su cui si staglia la drammatica storia di Berta, impazzita in seguito a una forte delusione d'amore e costretta a tornare a casa dopo un tentativo di fuga in Svizzera.
Vicenda adatta a chi ha vissuto il periodo descritto o ha avuto parenti che per lavoro si sono dovuti trasferire in Svizzera, in Belgio o anche in America, negli anni Cinquanta e oltre. A chi, oggi, ha figli costretti a partire per andare a lavorare all'estero, lasciando il proprio paese o la propria città. In generale adatta a tutti coloro che si trovano in situazioni alienanti da cui vorrebbero fuggire e a chi desidera semplicemente riflettere sul grande fenomeno di quella che fu l'emigrazione italiana.