Il protagonista è il questore Gerola, con la sua squadra, aiutato da un bizzarro grafologo e da un esperto ex ispettore in pensione.
In questura arriva un’inquietante lettera che spinge la Polizia a riaprire un vecchio caso: la scomparsa di due ragazzine avvenuta cinque anni prima.
Seguendo la pista suggerita e anche grazie a successivi messaggi, la squadra arriva in un paesino di montagna dove viene individuato l’autore delle lettere, un eremita burbero e solitario, che lascia intendere di essere proprio lui il colpevole del rapimento e della successiva morte delle bambine.
Tutto sembra andare verso una soluzione ormai chiara e definita quando, con un colpo di scena, il sospettato porta alla luce una verità sconvolgente: l’assassino non è lui, ma qualcun altro. L'eremita era stato solo testimone dell'omicidio e non aveva mai parlato per paura. Guidare la Polizia alla soluzione rappresentava per lui una sorta di espiazione, forse non sufficiente.
Uno dei punti di forza della storia è la sua ambientazione a cavallo tra la città e la montagna, che crea una suggestiva dicotomia e che permette di sfruttare metaforicamente l’oscurità e la nebbia del bosco, palcoscenico ideale per un giallo psicologico che affonda le proprie radici nelle profondità oscure dell’animo umano. Ciò rende la trama particolarmente suggestiva e coinvolgente.
L’audience di riferimento è senza dubbio quella di spettatori che amano le atmosfere del giallo di investigazione fortemente caratterizzato dall’analisi psicologica dei protagonisti, dove l’azione va a braccetto con una riflessione sul bene e sul male, non banalmente manichea, ma attraverso tutte le sfumature tra l'una e l'altro, che rendono il conflitto particolarmente realistico.