Chieri, anni Trenta. Mentre il jazz in Italia è bandito dal regime fascista, un ragazzino di undici anni scopre Louis Armstrong, grazie a un 78 giri che gli regala lo Zio Vicè. 

È Chichin Tamagnone, che vive con un padre burbero e due zie (una diavolo, l’altra acquasanta) e che di rado usa le parole (convinto che sprecarle lo conduca alla morte), sostituendole involontariamente con suoni nervosi che gli escono dalla bocca: i “tunc”. 

Tra casa Tamagnone, la Taverna (un Hot Club clandestino torinese gestito dall’anziano Professore e dal siculo Aristide) e la fabbrica tessile Sordero (capitanata dalla spietata Agata), A spasso con Armstrong, ispirandosi a fatti realmente accaduti, restituisce al lettore, con una buona dose di ironia e poesia, un romanzo su come si diventi grandi, scoprendo cosa ci rende felici.

Questa storia è una commedia corale, che è anche una piccola tragedia personale, su come diventare grandi nonostante gli adulti, scegliendo che cosa amare. È un romanzo di formazione ma anche la storia di una grande amicizia tra un ragazzino di undici anni e due jazzofili: Aristide e il Professore, che apriranno a Chichin, oltre alla porta della Taverna, anche la strada per la musica clandestina e per la libertà. 
La forma della narrazione coincide con una descrizione per immagini, che è anche il modo in cui il personaggio principale, Chichin Tamagnone, filtra il mondo. Probabilmente oggi si direbbe che ha un disturbo dello spettro autistico, oltre alla sindrome di Tourette. Mentre gli autori scrivevano la storia la immaginavano, come se scorresse davanti ai propri occhi inquadratura per inquadratura . Pensando  quello che avrebbero fatto e detto i personaggi hanno immaginato attori, in carne e ossa, che li interpretassero: così "zia Selma" era Elena Sofia Ricci, "zia Teresa" Sabrina Ferilli, "Oreste" Adriano Pappalardo, "Agata Sordero" Maria Pia Timo, "Aristide" Fabrizio Bentivoglio, "il Professore" Silvio Orlando. Immaginandoli interagire su un set immaginario, fatto soprattutto di interni, di dialoghi, di immagini e musica, gli autori hanno scritto questo libro. 
I riferimenti cinematografici vanno da "Amarcord" di Federico Fellini a “Nuovo cinema paradiso” e “La leggenda del pianista sull’oceano” di Giuseppe Tornatore), a “7/8” di Stefano Landini, a “Il papà di Giovanna” e “La seconda notte di nozze” di Pupi Avati, ma anche "La vita è bella di Roberto Benigni o “E poi c’è Filippo” di Maurizio Ponzi. 
Per la musica: Louis Armstrong, Billie Holiday, Django Reinhardt, Jelly Roll Morton, Duke Ellington, Ennio Morricone, Michael Galasso, Paolo Fresu. 

Ambientazione - Tempo e luogo

Il romanzo si snoda tra Chieri e Torino. 
Chieri è il paese dove vive Chichin che, insieme alla sua famiglia (al burbero padre Oreste e alle due zie, Selma e Teresa) lavora per la fiorente industria tessile Sordero.
Qui si trova anche l’abitazione di Agata Sordero e di suo marito Aristide. La metà delle scene si svolge a Chieri, tra le stradine del centro storico: abitazione della famiglia Tamagnone, la Chiesa, abitazione e bottega di un ciabattino, abitazione Graglia.

Torino invece ospita l’ex villa di Libero Sordero, padre di Agata, che Aristide, insieme al Professore, che vive accanto alla villa, ha trasformato in un ritrovo clandestino per musicisti e appassionati di jazz: la Taverna.
La quasi totalità delle scene che riguardano le interazioni tra Aristide, il Professore e i musicisti si svolgono nella Taverna. 

Il romanzo narra vicende immaginarie e reali che accadono tra il dicembre del 1934 e il gennaio del 1935.
L’episodio culminante, rispetto al tempo della storia, riguarda l’ultimo concerto tenuto realmente da Louis Armstrong al Teatro Chiarella di Torino, il 16 gennaio 1935, invitato da Alfredo Antonino (nel libro “il Professore”).
Era alquanto bizzarro che un musicista con la pelle nera cantasse e suonasse con la sua band proprio nel momento in cui il fascismo imperava e l’Italia si preparava alla guerra in Abissinia (l’invasione iniziò nell’ottobre del 1935).Ma proprio nel periodo di massima espansione del regime fascista, il Jazz registrava la sua ascesa, soprattutto a Torino, dove nel 1933 nacque il primo hot club italiano. E proprio qui, malgrado ostacoli di varia natura, il jazz riuscì a proliferare, soprattutto grazie agli appassionati. Tra questi c’era Cesare Pavese che compare nel libro in un piccolo cameo.
Fino al 1934, anno in cui la radio venne profondamente fascistizzata, il jazz era ancora molto presente nelle trasmissioni. Poi la propaganda impose una massiccia italianizzazione, alla quale ci si ribellava come si poteva: Louis Armstrong divenne Luigi Fortebraccio e i musicisti italiani come Gorni Kramer, Michele Ortuso e Pippo Starnazza riuscirono a dar vita a un jazz italiano.
Chichin, che non comprende l’utilità della guerra e crede che lanciare bombe finte nel Sabato Fascista sia ancora più stupido che lanciare quelle vere, attraverso la musica, nonostante la coltre pesante delle immotivate costrizioni e i ciechi rituali degli adulti, scopre la sua maniera per sentirsi e essere libero.

Biografia

Roberta Tiberia ha trentanove anni ed è nata in provincia di Frosinone. Laureata in Storia Contemporanea è editor, ghostwriter, autrice di fiabe per bambini, romanzi, racconti e saggi umoristici. Adora gli pseudonimi.

Vincenzo Zoda ha cinquantadue anni, siciliano di origine, vive in Veneto. Geologo, poeta, scrittore e battutista. Collabora con pagine satiriche e scrive per giornali on-line di cultura e letteratura. 

Ultimo aggiornamento: 23 Giugno 2023