Mea è fea: brutta, o convinta di esserlo; cattiva, come dicono i maschi, a cui mai si concede. Soprattutto, però, Mea è insofferente: non ci sta dentro. Dentro le dinamiche sociali del paese in cui è nata e cresciuta, dove tutto sembra immutabile, teso a una feroce conservazione; dentro le maglie soffocanti dei rapporti familiari, che a volte nascondono segreti insostenibili; perfino dentro le proprie forme, che la costringono a camuffarsi in abiti cuciti su misura da una madre enigmatica, che è insieme complice e nemica. Mea sogna di andarsene da quella Sardegna gretta e arcaica, e la passione per l’architettura la spinge fuori dai confini della sua terra. Ma il richiamo al tempo mentale e psichico dell’isola stende la sua ombra lunga anche sulle migliori intenzioni di Mea, incatenandola, ormai donna, a un bruciante senso di frustrazione e di sconfitta. Un diario schietto dal linguaggio ruvido e asciutto, un incedere rapido e circolare della scrittura che conduce a un epilogo di lucida rassegnazione.
Il romanzo “Mea la fea” è un romanzo di formazione: una ragazza che dalla Sardegna arriva a Torino per studiare Architettura. La protagonista è un personaggio sfaccettato, curioso, che entra in relazione con luoghi e persone della contemporaneità molto ben descritte e riconoscibili. Per questo motivo ben si presta a una trasposizione cinematografca. Torino occupa gran parte della narrazione, nella quale la protagonista, Mea, studia al Politecnico e frequenta le realtà più iconiche della Torino di fne millennio: quella musicale, in particolare i Mau Mau, i locali, come per esempio la Lutèce, i centri sociali, il mondo dell'architettura che si rifà al “Poli”. Dato il percorso alternativo fatto da Mea e le sue frequentazioni singolari, l'autrice fa sicuramente riferimento a opere del suo background come “Tutti giù per terra” di Ferrario, “The Dreamers” di Bertolucci, ma anche al mondo bizzarro di registi come Alejandro Jodorowsky. Il romanzo si presta ad attirare l'attenzione di un pubblico che ha vissuto quegli anni, la generazione dei quaranta-cinquantenni odierni, ma anche dei più giovani, degli studenti, in particolare quelli legati al mondo dell'architettura.