Emma e Lapo leggono Peanuts. La sera, mentre dal basso i genitori litigano, Emma racconta al fratello di una bambina, Piperita, di nome e di fatto, innamorata di gatti e principi turchini. Lapo sogna di diventare pittore, Emma pitturina. Trascorrono i fine settimana in un villino che affaccia su un lago, e spesso i genitori invitano amici di famiglia che la bambina considera intrusi. Durante un pranzo, dallo spioncino della porta, Lapo vede la madre fare qualcosa di molto brutto.
Alla madre piacciono gli attori; James Dean, Hugh Grant, Marlon Brando. È ossessionata dall’estetica e forse non ha mai sopportato il marito Gioacchino. Sognava di sposare Simon le Bon e ha finito per sposare un calabrese. Con i figli è distratta e molto spesso disinteressata. Veglia di continuo sul peso forma della figlia settenne per metterla al riparo dal rischio di diventare buzzicona. Durante un’estate parte, senza avvisare e senza promesse di ritorno, aprendo in Lapo ed Emma un vuoto destinato a segnarli nel tempo. Vuoto che in Lapo si esprime nell’incapacità di manifestare affetto, in Emma in una forma intermittente di bulimia. In una specie di limbo sta il padre, medico severo, impermeabile ai sentimenti, con un’adorazione corrisposta verso la cagnetta Miele e lo stocco.
Trascorsi degli anni, Lapo frequenta il liceo, Emma le medie. Lui mettendo da parte bracchetti e pittura, lei relegando la Piperita all’ignominia. La madre sembra tornata per essere assente e in casa si respira un clima da guerra fredda. Lapo è in conflitto col padre, che ritiene responsabile dell’aspetto eccessivamente “meridionale”, e ha maturato il vizio impossibile di voler somigliare a James Dean. Emma scansa i pasti e non ha nessuno né fuori né dentro casa.
Lapo e Greta si conoscono in discoteca. L’amico Amedeo lo ha finalmente portato con sé all’interno di quelli che chiama Pollai. Amedeo è dinoccolato e selvatico, ascolta Pink Floyd e fuma di continuo sigarette corrette. Greta ha i capelli a caschetto e le manca una madre. Nel letto, quando prova a praticare a Lapo una fellatio, lo vede scansarsi di colpo e senza ragione. Lapo è ancora ossessionato dalla cosa brutta che ha visto dallo spioncino anni prima. Emma, la Piperita, resta al margine della narrazione; il fratello vorrebbe parlarle ma ne ha vergogna, e l’unica che potrebbe aiutarli è Greta, che il ragazzo finisce per allontanare. La madre parte ancora, durante un’estate, e fratello e sorella ritrovano l’abbandono. Emma viene ricoverata in una clinica per curare la bulimia. La madre torna per sbrigare le pratiche del divorzio. Qualche giorno dopo essere stata dimessa Emma viene trovata coi polsi aperti sul parquet.
Essendo un romanzo famigliare, le tematiche di "Piperita" richiamano in parte quelle dei libri di Ferrante. Scrivendolo tuttavia si sono seguiti dei modelli precisi anche in ambito cinematografico: il Bergman di "Scene da un matrimonio" per delineare il rapporto fra i genitori di Lapo ed Emma e quello di "Fanny e Alexander" per ciò che concerne il rapporto fratello-sorella, il dialogo col mondo fiabesco che caratterizza tutta la prima parte del testo e che torna poi a più riprese anche nella seconda. Parlando di formazione, crescita, scoperta dell’amore, del dolore e dell’amicizia, il testo è senz’altro indicato per un pubblico di adolescenti, ma il racconto delle conseguenze del divorzio sui figli è un tema che chiama in causa in primis gli adulti, i genitori, qui raccontati nel contesto della media borghesia romana – ma in realtà facilmente applicabile a qualsiasi altro contesto cittadino. Nella seconda parte del romanzo si menzionano a più riprese i film della nouvelle vague, particolarmente apprezzati dalla co-protagonista Greta. Il romanzo stesso è in larga misura influenzato da "I quattrocento colpi" e più in generale da tutta la cinematografia di Truffaut. Nell’ottica di una trasposizione, un modello importante potrebbe essere, per lo sguardo, "Favolacce" dei fratelli d’Innocenzo. Il personaggio della madre, infine, si rifà in parte a quello del film "Una moglie", di Cassavetes.