Si è chiusa al Cinema Massimo del Museo Nazionale del Cinema la quinta edizione di Job Film Days, festival diretto da Annalisa Lantermo, che si è tenuto dall’1 al 6 ottobre 2024 a Torino. Lunedì 7 ottobre, alle ore 18, il Complesso “Aldo Moro” dell’Università degli Studi di Torino ospiterà la proiezione dei film vincitori. L’ingresso è gratuito.
La Giuria, presieduta da Antonietta De Lillo e composta da Maria Ida Bernabei, Fabio Lo Faro, Tatiana Mazali e Federico Pedroni, assegna il Premio Cinematografico Internazionale “Lavoro 2024” JFD – INAIL come miglior film (4.000 €) a “Aamelat. Jornaleras de la guerra” di Eva Parey (Spagna, 2023), con la seguente motivazione: per aver offerto uno sguardo potente ed empatico sulla vita delle donne siriane fuggite in Libano, sul limbo di violenza e sfruttamento cui sono condannate e assieme sulla viva resilienza che le anima; per aver saputo raccontare il drammatico intreccio – femminile e universale assieme – tra lavoro e migrazione; per aver saputo ritrarre un contesto geopolitico instabile, invitandoci a riflettere sull'impatto duraturo del conflitto siriano e sulle sfide che il Libano affronta oggi; per aver assunto il rischio di questo racconto sulla propria pelle.
Il Gran Premio della Giuria (2.000 €) è assegnato a “Château rouge” di Hélène Milano (Francia, 2024), con la seguente motivazione: nei nostri tempi difficili il lavoro è un’emergenza che si manifesta anche prima del dovuto. A volte prima ancora che il problema sia chiaro agli occhi degli interessati. In una selezione che si occupa di lavori marginali, drammatici, è importante affrontare il fantasma di un lavoro che manca, l’incertezza che mina le sicurezze dei più giovani anche nel cuore pulsante d’Europa. La volontà di mettere al centro del racconto e dello sguardo la testimonianza diretta di una generazione alla ricerca di un posto nel mondo è, in questi tempi incerti, un gesto politico forte e chiaro.
Il Premio al miglior film sulle tematiche inerenti la salute e la sicurezza sul lavoro (1.000 €) va a “Bottlemen” di Nemanja Vojinović (Serbia/Slovenia, 2023) con la seguente motivazione: il film racconta uno dei lavori degli “ultimi”, dove condizioni di vita e sicurezza sono drammatiche. Sono “ultimi” nella catena delle filiere di produzione e consumo del mondo. I bottlemen chiudono il cerchio di una versione distopica dell’economia che ci piace chiamare “circolare”, dove i rifiuti diventano l’unica fonte di sopravvivenza. Sono “ultimi” perché anche quel lavoro, malsano e pericoloso, sta per scomparire. Il film, attraverso una camera spesso silenziosa, sa restituirci la dignità di questi “ultimi”.
La Giuria, presieduta da Rossella Schillaci e composta da Valeria Bono, Gabriele Niola, Nicola Scarlatelli e Bruno Surace, assegna il Premio “Job for the Future” JFD – Camera di Commercio di Torino come miglior cortometraggio (4.000 €) a “La noche dentro” di Antonio Cuesta (Spagna, 2023) con la seguente motivazione: per la maniera in cui il cortometraggio sfrutta il piano sequenza e le limitazioni al tempo del racconto che impone; per il lavoro molto curato sulla recitazione e su una scrittura essenziale, non solo fatta di dialoghi ma anche di montaggio interno. E per la decisione con la quale affronta alcune delle questioni più importanti quando si parla di lavoro (come la pressione sui singoli, la mancanza di coesione tra colleghi e i ritmi impossibili da sostenere).
Il premio al miglior soggetto in relazione alle tematiche del bando di concorso (2.500 €) è assegnato a “Apnées/Alarms” di Nicolas Panay (Francia, 2024), con la seguente motivazione: per aver saputo rappresentare la storia molto intima di un uomo continuamente sotto pressione in un ambiente di lavoro pesante, che pur di mantenere tempi di produzione competitivi obbliga a scelte impossibili, a discapito della salute e della sicurezza dei lavoratori. Grazie a una sceneggiatura, un montaggio e un sound editing eccellenti, il film mantiene una tensione costante, che fa riflettere sulla difficoltà di mantenere un equilibrio interiore, pensando alle conseguenze delle proprie scelte, in ambito lavorativo, familiare e comunitario.
La Giuria, per questo riconoscimento, assegna inoltre una menzione speciale a “Essential Worker” di Areeba Naveed (Estonia, 2024) con la seguente motivazione: per la capacità, in pochi minuti e con una regia semplice di evocare in modo agrodolce e poetico temi estremamente attuali come il lavoro precario, l’occupazione giovanile e la solitudine che si trova ad affrontare una studentessa fuori sede, alle prese con la difficoltà a mantenersi in una città che non è la sua. «Sembra di essere in un film», dice la protagonista nella dolcissima telefonata con la madre che fa da voice over e da filo conduttore al corto. In questa frase la giuria ha visto le speranze e le difficoltà di realizzarsi in una città straniera di una giovane ragazza che, al telefono nel raccontare del suo lavoro, omette la reale entità dei problemi per non far preoccupare sua madre. E con la fine di questa giornata e il chiudersi della telefonata, lo spettatore – pervaso da un senso dolceamaro – si trova a sperare, insieme alla protagonista, in un futuro migliore.
Il premio al miglior regista che abbia sviluppato temi di interesse per il Piemonte (1.500 €) è assegnato a “Irati Gorostidi Agirretxe” per Contadores (Spagna, 2023) con la seguente motivazione: per la sua capacità di fotografare, con acume e sensibilità filologica, una storia collettiva solo apparentemente passata, e i cui echi pulsano ancora e fortemente nel presente; per l’audacia nella costruzione di un racconto claustrofobico, in cui la regia collabora vivacemente con l’impianto drammatico e di messinscena; per l’armonizzazione messa in opera nel raccontare le contraddizioni fra logiche industriali e relazioni comunitarie in un contesto lavorativo complesso.
La giuria composta da studentesse e studenti di Università di Torino, Politecnico di Torino e Scuola Holden, assegna il primo per il miglior cortometraggio a “Apnées/Alarms” di Nicolas Panay (Francia, 2024) con la seguente motivazione: nelle tragedie greche un personaggio si ritrovava bloccato in una situazione irrisolvibile ed è quello che accade nel corto Alarms, in cui un capo cantiere si ritrova davanti a un grande dilemma. La scrittura, la recitazione e il sapiente uso del montaggio concorrono nel creare un cortometraggio potente che tratta con grande sensibilità e realismo la problematica della sicurezza sul lavoro in uno dei luoghi a maggiore rischio: un cantiere edile. In questo teatro si muove il protagonista, un uomo alle prese con la cura di due luoghi emotivi: la genitorialità e la tutela dei suoi sottoposti, scardinando gli stereotipi di genere. La gestione di un difficile equilibrio tra pressioni, esterne e interne, dona all’uomo una caratura tragica che coinvolge intensamente lo spettatore.
Per il laboratorio di scrittura “Dall’idea al soggetto Job Film Days”, realizzato anche grazie alla sinergia con Film Commission Torino Piemonte, la Giuria, presieduta da Enrica Capra e composta da Aaron Ariotti e Fabrizio Bontempo, assegna il premio per il miglior soggetto a “La dipendente dell’anno” di Letizia Mazzoleni con la seguente motivazione: una commedia brillante che, con un taglio originale e una efficace caratterizzazione dei personaggi, affronta di petto l’argomento serissimo del lavoro non retribuito.
Il secondo premio va invece a “Due occhi angosciati” di Stefano Berrone, con la seguente motivazione: per aver scelto di affrontare una situazione “scabrosa”, non così inusuale sui posti di lavoro e per il coraggio di risolverla senza infingimenti e moralismi.
Il terzo premio è assegnato a “Sogno di una consegna di fine estate” di Ugo Cavallo con la seguente motivazione: quando nella realtà del lavoro l’assurdo e il tragico si fondono, un buon modo per raccontarlo è la commedia paradossale.
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