Sarà presentato martedì 24 settembre 2024, alle ore 20:30 al Cinema Massimo di Torino, “Il Re Fanciullo”, il film documentario di Alessandra Lancellotti (presente in sala) – un racconto sotto forma di confessione e di fiaba di uno dei più grandi galleristi italiani, Franz Paludetto.
Presentato in prima mondiale a DocLisboa 2023, uno degli avamposti del documentario europeo, e dopo l’anteprima italiana al Bellaria Film Festival 2024, appuntamento storico del cinema indipendente internazionale, dopo il tour che ha portato diversi riconoscimenti di pubblico e critica, il film torna nella sua città. La proiezione di “Il Re Fanciullo” il 24 settembre a Torino vedrà la presenza di Alessandra Lancellotti ed Enrico Masi, in dialogo con Elena Testa (CSC Archivio Nazionale Cinema Impresa) e Sergio Pace (Politecnico di Torino).
Il film è prodotto da Caucaso, realtà con un curriculum di festival internazionali autorevoli, e dalla portoghese Tempestade, in collaborazione con Archivio Nazionale del Cinema di Impresa e Castello di Rivara – Museo d’Arte contemporanea, con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte - Piemonte Doc Film Fund - sviluppo dicembre 2021, distribuzione internazionale Ant!dote.
Il protagonista di questa storia è Franz Paludetto, figura straordinaria di gallerista e dell’arte contemporanea, scomparso a maggio 2023. Autentico corsaro del mondo dell’arte, insieme seduttivo e appartato, ha dato vita a una dozzina di spazi espositivi mitici tra Torino, Milano, Roma, Norimberga. Soprattutto, ha realizzato uno spazio utopico senza uguali al mondo: il Castello di Rivara.
Situato in altura, a 30 chilometri da Torino, dal 1983 per 40 anni il Castello di Rivara, luogo medievale denso di arte e storia, con Paludetto è divenuto una residenza unica per artisti. Il gallerista ne ha accolti a decine, e questi (che vivevano nel castello da pochi giorni, a mesi, alcuni per anni) hanno lasciato nei suoi spazi un’opera. La collezione del castello di Rivara è divenuta, così, un imponente caleidoscopio di fantasie del ‘900 e del Duemila. Paludetto è stato il castellano/gallerista di quest’utopia, che ha portato sguardi da tutto il mondo in un piccolo paesino nel canavese.
Il film intreccia la sua storia con quella di un altro cenacolo, di un secolo prima, animato dal grande architetto e maestro del restauro europeo Alfredo D’Andrade, che proprio a Rivara iniziò la sua carriera, prima come pittore, poi come architetto. Divenne celebre per il Borgo Medievale (1884), oggi patrimonio della città di Torino. E si intreccia col percorso della giovane regista del film, che nel Castello ha passato diverse stagioni per dieci anni, tra il 2013 e il 2023, crescendo anche di fianco a Franz come architetto, artista e regista.
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C’era una volta un castello su una montagna, con dentro un uomo. L’uomo mise dentro al castello tutto il conflitto e tutta la bellezza del mondo. Il suo nome era Franz, era giunto ai piedi delle Alpi lasciandosi alle spalle una storia di violenza. Era stato il figlio di un podestà, fuggiva dalle brutalità perpetrate dal regime durante la guerra e, come riscatto dal trauma del fascismo, aveva deciso di dedicare la sua vita alla creazione di un cenacolo d’arte. Alla fine dell’Ottocento, il castello era già stato sede di una scuola di pittura, che aveva avviato una rivoluzione sul paesaggio dipinto dal vero. Tra i maggiori esponenti, vi era l’eclettico Alfredo D’Andrade, anche restauratore della preziosa dimora. La confessione di Franz inizia quando un’ultima artista compie uno scavo nella memoria del luogo. Nel corso di un racconto lungo un decennio, mentre si vede la giovane crescere, il gallerista si impossessa dei suoi ricordi e si avvicina alla morte.
Per biglietti e informazioni, visitare il sito del Cinema Massimo.