Una storia nella storia: è questo il punto di partenza di “Sospeso”, il primo lungometraggio di Mauro Loverre, che verrà presentato il 20 febbraio alle 21.15 presso il cinema IDEAL di Torino, dove resterà in programmazione nei giorni successivi.
Nel thriller-drama, un fotografo lavora a un documentario sull’allocco delle foreste piemontesi, e il suo percorso di ricerca lo catapulterà in un mondo affollato dalle ragnatele della schizofrenia, dove la realtà è cupa e distorta e la sua vicenda si intreccerà con il destino di Nadia, cinquantenne tossicodipendente.
Mauro Loverre è attore e regista torinese con più di vent’anni di attività; ha girato “Sospeso” in 4K in varie location piemontesi – in particolare Torino e zone limitrofe, come Moncalieri e Revigliasco – con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte. Le riprese sono iniziate poco prima dello scoppio della pandemia, come racconta Loverre: “Le riprese sono iniziate il 18 febbraio 2020, tra molte difficoltà, per via dell’inizio della pandemia mondiale. La troupe si è ammalata tutta, ma nonostante gli ostacoli, oggi il lungometraggio è pronto per la visione al pubblico. Abbiamo lavorato molto e il risultato finale direi essere ottimo. Si sono susseguite ben 17 riscritture della sceneggiatura. Un impegno importante che credo piacerà e che vorrei portare in tutta Italia, in quanto credo vivamente nel progetto”.
“Sospeso”, già nella selezione ufficiale al Wallachia International Film Festival, è prodotto da Ldp Entertaiment e da KTZ Production con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte, in collaborazione con Dimago Cinema Rental.
Martino è un fotografo professionista che sta lavorando con un suo collega ad un documentario sugli animali notturni, più precisamente sull’allocco, uccello rapace molto diffuso nelle foreste piemontesi. Martino parte per una ricerca nei boschi nei dintorni di Torino con la sua attrezzatura e la tenda per la notte ma, dopo il suo arrivo, scopre una lapide. Da quel momento le cose cambiano, succedono fatti inquietanti e difficili da comprendere. Si rifugia nella sua tenda sfiorando la pazzia, aspettando l'alba che mai arriverà. La fame, la stanchezza e la sua fuga, dopo tre giorni di buio, lo trascineranno nel passato, che si intreccerà con il dramma di Nadia una tossicodipendente sui 50 anni che vive una vita disagiata nella periferia di Torino.
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