In prima visione, martedì 28 novembre alle 21.15 su Sky Arte (in streaming solo su NOW e disponibile anche on demand), andrà in onda il documentario Sky Original "ARTE POVERA – APPUNTI PER LA STORIA", che racconta il movimento più sovversivo dell’arte italiana attraverso le voci dei suoi protagonisti.
In occasione dell’inaugurazione della mostra Michelangelo Pistoletto. Molti di uno, il docufilm verrà presentato inoltre, in esclusiva, l'1 novembre, presso il Castello di Rivoli.
La regia è di Andrea Bettinetti con la voce narrante di Giuseppe Cederna. Il docufilm è prodotto da Michele Bongiorno (Good Day Films) con Sky Arte; in collaborazione con Gruppo Unipol e Azimut Capital Management, e con il supporto di Collezione Olgiati e Galleria Christian Stein, e con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte - Piemonte Doc Film Fund.
È il 23 novembre 1967 quando un giovane critico d’arte genovese, Germano Celant, pubblica sulla rivista Flash art il manifesto “Arte Povera, appunti per una guerriglia”, profondamente critico verso il processo consumistico che ha reso l’artista un mero produttore di oggetti; Celant chiama a raccolta gli artisti che vogliono invece prediligere il processo al prodotto, utilizzare materiali prima esclusi dal processo artistico, puntare all’essenzialità. È un movimento che guarda filosoficamente al teatro povero di Grotowski, ma che Celant sviluppa insieme agli artisti con i quali dialoga, sperimenta, organizza le mostre, influenzando in maniera profonda lo sviluppo dell’arte contemporanea in Italia e all’estero.
Il documentario ne ripercorre la nascita attraverso il racconto di artisti, galleristi e critici: Giulio Paolini, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Gilberto Zorio, Pier Paolo Calzolari, Giovanni Anselmo, Michelle Coudray, Lia Rumma, Antonio Tucci Russo, Fabio Sargentini, Carolyn Christov-Bakargiev, Beatrice Merz, Silvia Fabro, Paolo Mussat Sartor, Gianfranco Benedetti e Giorgio Colombo sono gli artisti che hanno fatto parte del movimento, i galleristi che ne hanno curato le mostre, i fotografi che hanno immortalato le loro opere, i familiari che hanno condiviso la loro vita. Tutti ricordano con orgoglio di aver fatto parte di un movimento artistico libero, che ancora oggi possiede una forza dirompente che travalica i confini nazionali e che si è nutrito di rapporti interpersonali, del desiderio di aprire nuovi orizzonti, di gallerie pensate e gestite come luoghi di incontro e confronto. Particolarmente preziosa una inedita conversazione con Germano Celant realizzata durante l’allestimento della retrospettiva di Jannis Kounellis del 2019 presso la Fondazione Prada a Cà Corner a Venezia.
Girato in diverse location – il Museo Castello di Rivoli, la Collezione Giancarlo e Danna Olgiati di Lugano, lo studio di Giulio Paolini, la Fondazione Merz, Magazzino Art di NY, i Giardini della Venaria con le opere di Giuseppe Penone, la Cittadellarte di Pistoletto, la Galleria di Lia Rumma, la Fondazione Calzolari di Fossombrone, la GAM di Torino e molti altri luoghi rappresentativi - il documentario si dipana in un continuo rimando tra passato e presente, lungo percorso dove le immagini delle opere si mescolano agli spazi che le ospitano e alle foto e ai filmati originali del tempo.