Il 24 ottobre, al Pequeno Auditório del Culturgest di Lisbona, verrà presentata alla 21ª edizione di DocLisboa la nuova pellicola "Il Re Fanciullo", scritta e diretta da Alessandra Lancellotti. Il documentario sarà presentato in anteprima internazionale nel contesto della Green Years competition, una piattaforma di dialogo e riflessione. Il film concorre inoltre per il New Talent Award, nella sezione miglior primo lungometraggio.
Il film è dedicato alla figura di Franz Paludetto, gallerista scomparso nel maggio 2023. Nato nel 1938 a Oderzo, in Veneto, Paludetto aveva riportato il Castello di Rivara, in Piemonte, al centro del dibattito sull’arte contemporanea, trasformandolo in museo e residenza per artisti, dopo che alla fine dell’Ottocento era stato sede di un importante cenacolo di pittura paesaggistica con artisti come Tammar Luxoro, Ernesto Rayper, Alberto Issel, Alfredo D’Andrade. Quest’ultimo fece qui il suo primo esperimento di restauro, prima di diventare un architetto noto in tutta Europa grazie a opere monumentali come il Borgo Medievale di Torino (1884).
Il film è stato prodotto dalla cooperativa di cinema Caucaso insieme alla portoghese Tempestade, con il sostegno di Film Commission Torino Piemonte - Piemonte Doc Film Fund, ed è stato realizzato con la collaborazione dell’Archivio del Cinema d'Impresa di Ivrea e del Castello di Rivara - Museo d’Arte Contemporanea. La distribuzione internazionale è affidata ad Ant!dote Sales.
Tra la necessità documentale e l’indagine introspettiva, il documentario, girato con dispositivi filmici del passato, pellicola 16mm e nastro magnetico, spazia tra frammenti d’archivio e la visione sognante della realtà contemporanea per la creazione di un’opera-testamento.
Il documentario "Il Re Fanciullo" intende portare nel cinema il Castello di Rivara, luogo immerso nel cuore del Piemonte in dialogo con il mondo, insieme al nucleo di storie di coloro che lo hanno vissuto negli ultimi due secoli. La narrazione del protagonista si incardina sul sogno di un imponente progetto di vita-arte: la creazione di un museo di arte contemporanea in cui gli artisti possano vivere e sperimentare.
Il materiale documentale che il film porta alla luce, insieme agli archivi del Castello e degli artisti coinvolti, evolve in un canto di montaggio, in cui il riverbero delle azioni-performance si intreccia con la relazione unica tra la regista e il protagonista. Alla tessitura drammaturgica partecipano testi verbali e un testo sonoro curato da Héctor Cavallaro e musicato insieme a lui da Nicola Negrini e Laura Loriga. La colonna sonora è infine arricchita dal contributo speciale di Daniela Pes, Premio Tenco opera prima con l’album Spira, prodotto da Iosonouncane. Sul piano visuale, materiale d'archivio e filmati contemporanei si cristallizzano in una sintesi sperimentale e poetica di arti, temi e tecniche.