Ai giorni nostri, Ulisse è ancora vivo. Davanti un palazzo abbandonato, racconta le sue imprese in un video pieno di falsità e sessismo. Interviene Leucosia, sirena alata a cui era già scampato, che lo mette in fuga e si impadronisce di videocamera e narrazione. Leucosia segue Ulisse nel palazzo e lì trova le donne dell'Odissea, clandestine e immortali: Nausicaa la principessa dei Feaci, la maga Circe, la ninfa Calipso e la regina Penelope. Leucosia filma i racconti delle donne, registrando una versione della storia ben diversa da quella dell'eroe, che intanto si busca una ramanzina dalla madre, prima di avvicinarsi ignaro a un finale completamente riscritto.
Il cortometraggio si sviluppa a partire dalle poesie di The Odyssey in Six Sonnets di Barbara Hamby, le cui protagoniste, con umorismo nero e irriverente, mettono in piazza le bugie dell'eroe. Roberta Cortese le ricongiunge al loro amato/odiato e colloca la vicenda in un palazzo abbandonato, i cui muri scrostati stanno per secoli di guerriglia tra narrative opposte. Il racconto segue il percorso della sirena Leucosia armata di videocamera, generando modalità da escape room e riprese in soggettiva, ed è sostenuto da una forte componente musicale. La nuova narrazione femminile elegantemente rovescia il patriarcato e riscrive il mito.