Un fiume viene contaminato da una fabbrica e la popolazione si mette in marcia per non perdere la propria terra e la vita. Il fiume continua a scorrere ma i boschi sono ormai deserti. I racconti di due attivisti e di un agronomo tracciano dei cammini in un paesaggio da decifrare. Una possibile mappa per evocare fantasmi.
«Bormida è un film che si pensa come paesaggio. Si nutre di archivi e costruisce mappe. Come un paesaggio è una sedimentazione di sguardi e di tempi differenti. Il luogo diventa narrazione, anche sensoriale ed emotiva. Il film deve la sua genesi al lavoro appassionato di alcuni studenti della facoltà di architettura di Torino. Si è arricchito del contributo del fotografo Andrea Botto e dei suoni dell’artista Alessandro Sciaraffa che ne ha curato la colonna sonora. È stato colorato (in rosso) da frammenti dell’Archivio del cinema d’impresa e da fotogrammi dipinti da Paolo Leonardo. È dedicato a Marina Garbarino (1960-2016) e a tutti gli attivisti che si sono mobilitati nella prima lotta ambientalista italiana».